Posts written by .Eleonora.

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    Valerio la Martire



    ELYSS



    Prima c'era la mia vita.
    Poi è arrivata Elyss.



    Sinossi

    Michele non è nemmeno un vero Stregone. Alla fine di incantesimi non ne sa lanciare mezzo. Ma ha uno spirito che gli vive nell’occhio e una gran quantità di amuleti, reliquie e oggetti magici che porta sempre con sé. E poi conosce Roma, come pochi altri, il che è un gran talento. Così quando Elyss, una Strega inglese, gli chiede di farle da guida per la città eterna accetta di portarla a scoprire le statue parlanti, i fantasmi inquieti e le divinità romane che ancora popolano i palazzi e le strade cittadine.

    Peccato che poco prima dell’arrivo di Elyss un oscuro Predatore abbia iniziato a mietere vittime nel mondo magico e pare che i due siano proprio nel mirino della minaccia sovrannaturale.

    Né Elyss né Michele hanno idea del guaio in cui si sono andati a cacciare e tutto si complicherà an-cora di più quando arriverà Alexander, lo Stregone supremo dell’America e il Vaticano stesso, mas-sima autorità magica romana, deciderà di intervenire.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché ha amato la saga di Nephilim o perché è una strega anche lei. Perché ama i misteri e le città italiane che sono piene di magia e fantasmi e poi perché una come Elyss ti capita solo una volta nella vita e se te la lasci sfuggire poi verrà a perseguitarti.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Il mio problema con il genere urban fantasy o il fantasy contemporaneo o in qualunque modo venga chiamato è che non ne sono mai stato un gran lettore. Sono un lettore vorace, ma di urban ho letto davvero poco a parte le saghe più comuni. Forse la mia rottura con la tradizione del genere è che non la seguo proprio. Scrivo questo genere perché la mia fantasia non si ferma al reale e alla narrazione degli esseri umani. Mi piace immaginare altri mondi, altre possibiltà. Complicare le storie con trame sovrannaturali e elementi mistici. Mi piace cercare leggende e tradizioni magiche dei posti in cui ambiento le mie storie. Ecco forse l’elemento di continuità è l’usare esseri umani e creature fantastiche nelle città moderne, e l’elemento di rottura è il rovistare nel folklore negli antichi testi sacri e nelle leggende popolari l’ispirazione per le mie

    storie.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Vallo a ricordare, sono passati così tanti anni! Ho messo giù il mio primo “racconto” (lo scrivo tra virgolette perché era un pastrocchio) a dodici anni. Ero già un mangialibri dall’età di cinque, forse ho solo voluto provare a creare io quella cosa che ammiravo tanto e sulla quale spendevo così tante ore ogni giorno. Da piccolo mi piacevano due cose: cantare e leggere. E vi assicuro che sono DAVVERO, DAVVERO stonato. Meglio che mi sia messo a scrivere e che abbia continuato a cantare esclusivamente sotto la doccia!

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    L’idea di scrivere di Elyss ce l’ho in testa da anni. È un personaggio che ha popolato in varie forme racconti, fumetti e storie che ho scritto per tanti motivi diversi. Dopo la chiusura della saga di Nephilim avevo in mano un mondo aperto e un gruppo di lettori piuttosto appassionati da soddisfare. Elyss e la mia Roma erano la risposta più ovvia e che mi ha subito acceso l’ispirazione. Inoltre, ho la fortuna di avere un paio di amici molto appassionati di folklore e di archeologia. Ho dovuto solo spremerli fino all’ultima goccia per avere da loro racconti, consigli su libri da leggere e luoghi da visitare per tenere viva l’ispirazione e arricchire il libro di dettagli, sottotrame, scorci e accenni alle mille storie che popolano la città eterna.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Di solito scrivo in maniera piuttosto ordinata e metodica. C’è una fase molto confusa e disorganizzata che è quella più creativa durante la quale butto giù le idee nei momenti e nei posti più strani, durante la quale mi fermo durante una conversazione con degli amici e scrivo due righe al volo sul cellulare per non dimenticare un passaggio o una scena che mi è venuta in mente. Poi quando ho raccolto tutte le idee le riordino, le metto insieme, butto quelle brutte, salvo quelle promettenti e mi metto a scrivere. E a quel punto è un lavoro di pazienza, pulizia, ordine, metodo.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Non essendo un grandissimo utilizzatore dei social mi affido molto alle presentazioni e agli eventi. Con la saga di Nephilim ho avviato la stagione (ancora ininterrotta dal 2014) delle fiere dei libri e del fantasy che mi hanno portato a viaggiare tutta Italia da gennaio a dicembre.

    Con Intoccabili ho fatto più di 40 presentazioni in due anni, passando da Trento a Catania, Macerata, Roma, Torino, Bologna, Napoli e così via.

    Il contatto con i lettori è qualcosa di magico e terribile, non potrei mai farne a meno. Per fortuna è anche un bel modo di farsi conoscere e promuovere i propri lavori! (e poi si provano un sacco di piatti locali!)

    ▪ Progetti per il futuro?

    Il mondo di Elyss è un mondo in piena espansione. Adesso che la DZ mi ha adottato con i miei Stregoni, Licantropi e Nephilim posso pianificare i prossimi passi narrativi. Da qualche anno accarezzo un progetto di grande respiro di cui non posso parlare troppo, ma che si comporrà di altri romanzi, graphic novel come la serie “Cloack” disegnata da Cristiana Leone e sempre pubblicata da DZ e chissà, magari anche fumetti. Insomma, se i miei libri appassioneranno i lettori di storie da raccontare ne ho ancora un bel po’!

    ▪ Tre persone da ringraziare

    A sostenere Elyss ci sono state tante persone, tre sono poche e non voglio fare una scrematura così netta. Sono uno scrittore fortunato, oltre a lettori appassionato ho anche amici che mi vogliono così tanto bene da supportare i miei progetti. Il mio grazie va a tutti loro che ci sono sempre stati e che mi fanno sentire che rimarranno con me anche in futuro.
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    Daniele Batella



    End of The Road Bar



    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Una persona dovrebbe leggere il mio libro se volesse vivere delle vite che non le appartengono; se volesse rispecchiarsi nella profonda umanità di sette anime alla deriva, che hanno amato, peccato, odiato, ucciso perfino, in nome del desiderio più grande di tutti, la libertà di esistere.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Il romanzo si pone quasi come una sorta di raccolta di novelle, in cui queste ultime sono le vite dei sette avventori dell’End of the Road Bar. La novità sta nel fil rouge che unisce queste vite straordinarie e fuori dal comune e nel modo in cui questo leitmotiv viene narrato, intervallando i ricordi e i racconti dei sette durante tutto il romanzo.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Fin da piccolo ho sempre sentito la necessità di raccontare, in qualunque forma: dal disegno, alla recitazione, al canto. Scrivere è stato un modo per dare vita al mio mondo interiore, farne una foto da regalare a chi avesse voglia di osservarla e magari chissà, di parlarne.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    L’idea di un gruppo di persone con un pesante bagaglio emotivo da scaricare riunite in un luogo particolare, ameno, mi girava in testa da un bel po’. L’ambientazione, poi, è nata una mattina all’alba, dopo aver accompagnato un’amica a prendere il treno nella piccola stazione di un paesino umbro. Tornando a casa con gli occhi pieni di sonno mi sono accorto di un piccolo locale cui non avevo mai prestato molta attenzione: si tratta di un bar per ferrovieri, mezzo nascosto da una siepe poco curata. Il nome, “Il Capolinea”, ha fatto nascere in me una scintilla. Da lì, l’idea della “fine della strada” e del bar.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo di getto, compulsivamente, a volte per ore di seguito. Se uno scampolo di storia si impossessa di me sono capace di andare avanti senza sosta, finché non mi “svuoto”. Nelle settimane in cui la storia mi vortica per la mente, poi, non riesco a pensare ad altro.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Per lavoro mi occupo di social media, per cui cerco di fare buon uso di questi strumenti. Faccio anche parte di un gruppo vocale, i Cherries on a Swing Set, e il mio romanzo ha ispirato una canzone originale che avrà il suo videoclip e la sua diffusione sulle principali piattaforme musicali, riportando chiaramente i link al libro.

    ▪ Progetti per il futuro?

    I miei progetti sono sempre impregnati di musica, arte e letteratura: ciò che conta per me è che questi pilastri continuino a sostenere il mio mondo e che io possa dividermi fra di essi con la leggerezza che concede solo la libertà di esprimersi.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Semplice: Ambra e Sara, le mie prime lettrici e fan, le prime a credere nel mio romanzo e ad avermi spronato a cercare di pubblicarlo. E poi Stefano, il sostegno senza il quale nulla sarebbe stato possibile.
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    Fernando Santini



    SICE



    Polveri Sottili




    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Gran bella domanda. Direi che ci possono essere più risposte unite però da una parola: curiosità. Il primo romanzo della serie ha presentato i membri della SICE e di ARCO e molti lettori mi hanno chiesto cosa fosse accaduto nel loro passato e come evolveranno i rapporti che li legano. In SICE Polveri sottili non fornisco tutte le risposte, ma inizio a dare delle ulteriori informazioni che consentiranno ai lettori di capire meglio i personaggi.
    La seconda declinazione della parola curiosità sia ha nel tema dell’indagine. Lo smaltimento illegale dei rifiuti è una pratica con cui siamo chiamati a confrontarci ogni giorno e credo che questo preoccupi tutti noi. Avere tra le mani una storia che affronta tale argomento dovrebbe incuriosire il lettore portandolo poi a guardare ciò che accade nella realtà con un occhio diverso.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Nella serie SICE l’innovazione è costituita da due fattori. Il primo riguarda la contrapposizione tra due visioni diverse del concetto di giustizia. Da una parte la SICE che incarna la volontà di ricercare la giustizia nel rispetto delle regole, dall’altra c’è ARCO che incarna la volontà di raggiungere la giustizia andando fuori dalle regole. Il secondo fattore innovativo è la presenza di più protagonisti, Nella serie SICE non c’è un uomo da solo nelle indagini, ci sono dei team (SICE e ARCO) ricchi di persone diverse, con pregi e difetti che richiamano i nostri. Nel solco classico dei thriller abbiamo invece una storia che parte da un crimine e ci conduce alla ricerca dei suoi colpevoli, con indagini svolte sia con mezzi moderni che con il classico pedinamento.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Credo che il mio primo romanzo sia stata una risposta automatica ad uno stato psicologico che mi vedeva pronto per esplodere. Scrivere fu catartico e mi consentì di sfogare la mia rabbia e il mio stress. Dopo quel romanzo di esordio, la scrittura ha avuto lo scopo di farmi esprimere le mie idee, i miei pensieri, i miei valori. Nell’affrontare la serie SICE ho aggiunto un pizzico di fantasia e di pazzia: quella di mettermi al centro dell’azione vedendo i miei personaggi passarmi accanto, piangendo, ridendo, agendo.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Per lavoro mi trovo spesso a viaggiare per tutta l’Italia, usando il treno o l’auto. Durante un viaggio in autostrada ero dalle parti di Piacenza e ascoltavo la radio. I conduttori parlavano della Terra dei fuochi, in Campania. Io mi voltai a guardare la campagna che scorreva al lato della carreggiata e mi domandai se sotto quell’erba potevano essere stati nascosti dei rifiuti. Mi dissi che tutto poteva essere, bastava trovare il metodo per farlo senza essere scoperti. Di lì iniziai a costruire la storia.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    La scrittura è un’attività che si sta prendendo uno spazio sempre più ampio della mia vita. Scrivo appena posso, in treno, sulla metro, mentre guardo un film a casa, prima di andare a letto. Posso affermare che la scrittura mi cattura anche mentre guido, certamente non posso scrivere mentre sono alla guida, ma la scrittura di una storia non è solo mettere delle lettere una al fianco dell’altra, scrivere è prima di ogni altra cosa immaginare una storia, vedere una scena, ascoltare i dialoghi, tutte cose che avvengono nella mente di uno scrittore prima che lui prenda in mano una penna. Riguardo al modo in cui creo una storia, devo confessare che vado per fasi. Dapprima immagino la storia decidendo quale sia l’argomento intorno a cui farò muovere i personaggi, quindi mi immagino uno storyboard di massima che poi metto su carta. Se la storia regge in intensità e linearità, definisco i diversi capitoli che la comporranno indicando quello che faranno i personaggi. Una volta completato lo storyboard dettagliato, inizio a scrivere un capitolo dopo l’altro. Durante lo sviluppo dei diversi capitoli posso fermarmi per migliorare una scena o una situazione che mi convince poco. Questo potrebbe anche comportare una lieve variazione rispetto allo storyboard, ma laddove la variazione fosse significativa, mi fermo e rimetto mano allo storyboard prima di riprendere a scrivere il mio romanzo.
    In merito al tempo necessario per una storia… sono convinto che occorre scrivere con continuità, ma che credo che ogni storia abbia bisogno del suo giusto tempo, quindi bisogna avere costanza senza avere fretta.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Cosa porta a scegliere un romanzo? Una copertina interessante, un estratto che faccia nascere curiosità, il giudizio dei lettori, il passaparola, la conoscenza dello scrittore. Come esordiente si tratta di iniziare a scalare una montagna, ma è una salita gustosa e divertente. Personalmente ho fatto esperienza con il primo romanzo, con il secondo farò buon uso di quanto appreso in quest’ultimo anno. Quindi, condividerò brani, farò delle dirette facebook, sarò attivo nei gruppi facebook, sarò presente nelle fiere.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Il self publishing può essere una possibilità per far conoscere i propri romanzi e il proprio modello di scrittura, credo, però, che pubblicare con una casa editrice sia molto più gratificante e possa supportare in modo migliore un autore nella propria crescita.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Devo rileggere il quarto romanzo della serie SICE (mi porto avanti con il lavoro), quindi affronterò una nuova sfida, un thriller molto brutale ambientato negli Stati Uniti (di cui sto completando lo storyboard sintetico), poi sarà la volta del quinto volume della serie SICE, che sarà un romanzo in cui amore, sangue e lacrime troveranno modo di esplodere (non posso dire altro altrimenti si tratterebbe di spoiler estremo).

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Stefano Mancini è, questa volta, il primo della lista. Lui è un professionista gentile che si diverte a far migliorare gli autori che affianca come editor. Lavorare con lui è divertente e gratificante, anche quando mi taglia delle parti del romanzo o quando mi dice di “sporcare” i miei dialoghi troppo “perfettini”. I due romanzi di SICE di cui ha curato l’editing sono molto migliorati grazie ai suoi consigli.

    Come secondi, ringrazio la mia famiglia e gli amici, che considero come una sola persona, perché devono sopportarmi e supportarmi quando scrivo, quando vado alle fiere, quando parlo dei miei romanzi. Ci vuole molta pazienza e loro ne hanno.

    In ultimo, ma il meglio è in fondo, ringrazio Francesca Pace che quando sorride come sa lei (con un la bocca, gli occhi, le mani) mi regala la sensazione di essere un autore vero. La stimo e le voglio bene perché è una persona vera, sincera, decisa. Lei è l’anima, il nervo, la struttura scheletrica della Dark Zone. Lei è la Dark Zone!
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    Debora Mayfair



    Lo Spirito della Valchiria



    Sinossi

    Iris è tornata da poco dall’Islanda, ha lasciato sia la foresta di ferro che il padre per rimanere accanto all’amica Bianca. Sembra essere rimasta la ragazza spensierata di sempre: ogni suo gesto è studiato per non destare sospetti… Eppure qualcosa è cambiato.
    Nemmeno il gemello Hallbjörn si è accorto di niente, anche se è uno dei pochi a conoscenza del fatto che anche la sorella è maledetta a contenere a contenere lo spirito di un lupo tutt’altro che tranquillo: Sköll non a caso è chiamato “L’ingannatore”.
    Étienne, un Re della Persuasione, è il primo ad accorgersi della brutta piega che sta prendendo la vita della ragazza. Anche se lei cerca di spingerlo sempre più lontano si è reso conto che, da quando si è trovata faccia a faccia con Margot, gli eventi hanno preso una brutta piega.
    Tutti sono all’oscuro del patto che Iris ha stipulato con la dea Hel, e delle tremende conseguenze che la porteranno a compiere grandi sacrifici.
    Dovrà sopravvivere alla caduta in un vortice di tradimenti e inganni prima di rialzarsi in piedi, diversa e più forte, per affrontare il suo destino.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Per sapere come continua la vita di bianca e di tutti gli alti, una volta tornati in Italia, con il peso del ragnarök sulle spalle… perché Iris è al momento il personaggio che sento più vicino e mi piacerebbe sapere se condividete le sue idee oppure no.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Iris è una ragazza che è stata maledetta a contenere lo spirito di uno dei lupi della mitologia nordica, Sköll. Lei però non si trasforma in lupo con la luna piena, non cambia forma, il rapporto col suo lupo, detto “L’ingannatore”, è tutt’altro che rose e fiori: lui cerca di farla impazzire incasinandole i pensieri. La voce interiore di Iris coincide con quella del lupo, e spesso le fa credere di pensare o provare emozioni che non le appartengono, tipo… tipo dilaniare e nutrirsi delle viscere di qualcuno? I motivi che spingono Sköll a comportarsi in questo modo li scoprirete solo leggendo il romanzo.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    La voglia di creare un nuovo mondo sul quale ho quasi pieno controllo e il bisogno di esporre nuovi punti di vista, di far conoscere dipendenze e meccanismi mentali che spesso passano in secondo piano. Grazie alla scrittura, il mio bisogno di trovare risposte e di conoscere il mondo che mi circonda non è più una ricerca fine a se stessa, ma fine alla creazione di qualcosa da condividere.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Le mie fonti di ispirazione sono i miti e le leggende di vari paesi e alcune storie di vita vissuta.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Solitamente scrivo la notte, dalle 23 circa in poi, almeno sei- sette pagine la settimana. Sono molto ordinata e precisa nelle scadenze, nella scrittura come nella vita… ovviamente a volte capita anche a me di avere il blocco dello scrittore (o del lettore ^^), in quel caso cerco di lasciare fermo il testo per qualche giorno (o settimana, in base alla gravità della situazione) e poi lo riprendo in mano carica di un’energia nuova.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Mi promuovo sui social, sia su Facebook che su Instagram. Chiedo interviste e recensioni a vari blogger, i quali condividono la loro opinione sul mio romanzo con i loro lettori.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Sto finendo di scrivere sia un rosa, sia il retelling di una delle fiabe della tradizione danese ^^ Ho la bocca cucita!

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Ringrazio Francesca. Sembra superfluo dirlo, ma grazie alla sua casa editrice ha dato respiro a una parte di me che altrimenti avrei soffocato.
    Ringrazio Debora, la quale mi regalò una Moleskine rosa, un natale di qualche anno fa, dicendomi che era ora che cominciassi a scrivere.
    Ringrazio chi c’è sempre stato, ma anche chi ha deciso di non esserci, perché siamo la somma di presenze e assenze, e se sono arrivata fin qui, è anche merito loro.
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    Melissa Pratelli



    I Figli di Danu



    La Confraternita



    Sinossi

    Dopo aver sconfitto un nemico mortale e aver rinunciato alle persone che amava per salvarle, Penelope Lee Johnson si prepara a tornare a scuola per il suo secondo anno alla St. George.
    Lee non è un’adolescente come le altre: ha scoperto infatti di essere una Figlia di Da-nu, discendente di una stirpe di dei Celti dotati di poteri magici.
    Con l’aiuto di un gruppo di ragazzi come lei, la Confraternita di Killin, Lee cercherà di imparare a padroneggiare il proprio potere e di trovare la sua vera identità, mentre tenta disperatamente di reprimere i propri sentimenti per il ragazzo che ama e che non ricorda più chi lei sia.
    Intanto, una nuova minaccia incombe sui giovani maghi, sconosciuta e infida, che metterà a rischio l’incolumità di vecchi e nuovi amici.
    Tornano i protagonisti de “I Figli di Danu” nel secondo, emozionante capitolo della saga.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Diciamo che se hanno letto il primo della saga, che finisce un po’ “appeso”, dovrebbero essere curiosi di sapere come continua la storia. Spero inoltre che i nuovi personaggi e lo sviluppo della vicenda possano dare al lettore qualcosa in più!

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Il romanzo, in generale, rispetta le caratteristiche del genere a cui appartiene, concentrandosi però anche sull’aspetto quotidiano della vita dei protagonisti, dei ragazzi alle prese con i problemi della loro età, oltre che con quelli “sovrannaturali”. I Figli di Danu parla di mitologia celtica, di divinità pagane e credo che questa sia una componente innovativa. La magia all’interno del romanzo è una magia naturale, legata al creato e alla capacità della protagonista di entrare in contatto con queste forze già esistenti e di dominarle con il controllo delle proprie emozioni. In questo secondo volume esplorerò molto di più l’aspetto “magico”.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    La necessità, la voglia di viaggiare, di uscire dalla mia pelle, di provare cose nuove, e la fantasia, quella che non mi è mai mancata e che doveva necessariamente trovare una valvola di sfogo prima o poi. All’inizio ho cominciato per “evadere”, più per me stessa che per la reale intenzione di far leggere a qualcuno la mia storia. Poi, però, scrivere è diventato un bisogno ed eccomi qua!

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Come ho detto per il primo volume della saga, la storia è nata un po’ per caso. Ho cominciato a scrivere senza sapere bene dove stavo “andando a parare”, ma non vi era alcun dubbio circa il genere. Il fantasy, l’urban fantasy e il paranormal romance sono i generi che per primi ho amato come lettrice. A ispirarmi per questo secondo volume, in cui si esplora un po’ di più la componente “poteri”, sono state la mia passione per la magia, per gli elementi e anche per i combattimenti magici, retaggio di ore passate a leggere manga di stampo fantasy e a giocare con videogiochi come Final Fantasy. Come accade spesso, insieme a una buona dose di fantasia, i personaggi portano su di sé una parte di me e del mio vissuto.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Dipende da quanto tempo ho, da quanta ispirazione ho e da quanto i personaggi “spingono” per uscire. Di solito scrivo in maniera istintiva, ho in mente la trama a grandi linee, ma le singole scene, a volte interi capitoli, vengono fuori sull’ispirazione del momento. Per questo, spesso, faccio anche dei salti in avanti, scrivendo scene che fanno parte di un momento successivo della storia. Ogni volta che ho un’ispirazione
    devo metterla su “carta”, poi la tengo da parte fino a che non arriva il momento (nella consecutio della storia del romanzo) di collegarla al resto. Non programmo mai una storia, non ho l’abitudine di fare schemi, o organizzare in alcun modo la stesura.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    I miei strumenti principali sono i social: gruppo e pagina facebook, spam nei gruppi seguendo i calendari settimanali, card, banner e immagini con estratti dei romanzi e poi, ovviamente, recensioni e segnalazioni da parte dei blog. Altro strumento utile sono le giornate autore che ti permettono di interagire direttamente con i potenziali lettori. Inoltre, grazie alla mia casa editrice, partecipo alle fiere di settore con la versione cartacea delle mie opere.

    - Perché la scelta del self publishing? (se lo sei)

    Non sono self-publishing, lo sono stata, ma ora non più.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Dico sempre che sono troppi e il problema è che non fanno che aumentare! Tra ispirazioni fantasy e romance e saghe e serie da terminare, sono un vero caso disperato!

    ▪ Tre persone da ringraziare

    I miei lettori, le mie ultras e le mie beta (lo so, ho barato!)
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    Alberto Chieppi



    Cronache del Reame Incantato



    Il Marchio del Serpente



    Sinossi

    Sam ha quindici anni e sulla spalla ha uno strano tatuaggio a forma di serpente; lo ha da tutta la vita e ha smesso di chiedersi quale sia il suo significato da molto tempo. L’occasione per scoprire il mistero delle sue origini si presenta una notte a seguito di una serie di eventi rocamboleschi. Sam dovrà fidarsi di una donna misteriosa e partire per un viaggio incredibile verso il Reame Incantato, il luogo da cui ha origine la magia che si cela nascosta dentro al ragazzo. Fra confraternite sovversive, goblin pasticcioni e demoni sibilanti, Sam inizierà a seguire il percorso che un destino che non ha scelto ha tracciato per lui, facendo nuove amicizie e combattendo contro nemici spietati, alla ricerca del significato oscuro del Marchio del Serpente.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Il Marchio del Serpente è il primo volume de Le Cronache del Reame Incantato. Il romanzo è perfetto per chi sta cercando avventure, misteri da svelare e un mondo fantastico in cui la magia costituisce la linfa vitale di ogni creatura. Il Marchio del Serpente è un libro che tratta di amicizia, famiglia, tradimenti e scoperta del proprio posto nel mondo.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Il romanzo contiene in sé molti elementi tipici del genere fantasy: la magia, creature fantastiche, un regno lontano popolato da orchi, draghi, maghi e stregoni. Tuttavia, ciò che lo differenzia da altri romanzi del genere è l’intrecciarsi di trame diverse che hanno anche caratteristiche differenti: una dai tratti decisamente urban, una più classica dove eserciti di razze diverse si scontrano per il potere, un’altra in cui sono le trame e gli intrighi di palazzo a farla da padrone.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    I miei bimbi. Dopo la nascita del mio primo figlio, ho deciso che avrei iniziato e portato fino in fondo un progetto creativo riguardante qualcosa che potesse darmi la soddisfazione di poterlo poi raccontare ai miei figli e che li facesse sentire orgogliosi del loro papà. Ho intrapreso molte attività che non sono mai riuscito a concludere ma, i miei bimbi, mi hanno dato la forza, in questo caso, di riuscire ad arrivare in fondo nonostante la fatica, le difficoltà e le molte ore rubate al sonno.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Il romanzo è nato dopo una serie di altri tentativi andati a vuoto. Avevo in precedenza abbozzato altre storie che non hanno mai visto la luce in maniera definitiva; tuttavia, ognuna di esse ha contribuito anche in minima parte alla stesura de Il Marchio del Serpente.
    Non saprei dire se ho preso ispirazione da qualche autore in particolare; certamente, le letture fatte nel corso degli anni hanno tutte, nel bene e nel male, lasciato qualcosa dentro di me che ha avuto influenza nella concezione della trama del romanzo. Inoltre, oltre ai libri letti, ho cercato di costruire la storia ispirandomi alle molte serie TV di cui sono un famelico fruitore.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo quando capita; spesso per non più di dieci minuti, nei ritagli di tempo. La prima stesura del romanzo avviene di getto, sul cellulare. Nonostante ciò, quando inizio a scrivere, ho già pianificato tutta la storia, costruito il mondo e l’ambientazione, definito i personaggi, stabilito cosa accade in ogni singolo capitolo. Purtroppo, data la quantità di impegni e il poco tempo a disposizione, scrivo in maniera discontinua, alternando settimane in cui riesco buttar giù qualche riga ogni giorno a mesi interi senza che possa scrivere una sola parola.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Sto promuovendo i libri sui profili social di cui dispongo e ho realizzato, con l’aiuto di mio fratello (che lo fa di lavoro), il sito internet della saga che aggiorno periodicamente con nuovi contenuti. A tal proposito, vi lascio il link del sito: www.lecronachedelreamincantato.it, passate a dare un’occhiata! ☺
    Infine, grazie al grande lavoro dello staff della DarkZone, il romanzo parteciperà, assieme agli altri titoli del catalogo, alle più importanti fiere dell’editoria nazionali.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Sto proseguendo nella stesura dei romanzi successivi della saga de Le Cronache del Reame Incantato e, magari, provare a cimentarmi anche con altri generi, ho già qualche idea in mente…

    ▪ Tre persone da ringraziare

    La mia famiglia (mia moglie e i miei bimbi), che mi hanno sostenuto e dato la forza per portare fino in fondo questo ambizioso progetto.
    I miei genitori, che mi hanno sempre spinto fin da giovane a coltivare la mia grande fantasia e il mio essere sempre un po’ sopra le righe pur di essere me stesso.
    Francesca Pace, proprietaria della DarkZone, di cui ho una grande stima e che ringrazierò a vita per aver permesso che uno dei miei sogni diventasse realtà.
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    Rob Himmel



    La Progenie di Abaddon



    Sinossi

    Mentre la notte domina, lasciando al giorno solo poche ore di luce, Kelo e Bhor, soci in affari nel rubare, ricettare e contrabbandare, si dirigono sul luogo d’impatto di un meteorite. L’intento è quello di saccheggiare la «pietra del cielo» e farne una fortuna. Quello che non sanno è che troveranno anche altro.
    Intanto il consiglio degli Arcangeli a capo della Confraternita, chiamato Pentalux, or-dina ai confratelli Telion e Reya di cercare l’arma che permetterà loro di ribaltare le sorti della guerra contro la Setta Oscura.
    In fuga dall’armata abaddonita, nel frattempo, Luce, Arconte degli Splendenti, con-duce un gruppo di sopravvissuti alla ricerca di un posto sicuro. Una fuga disperata, che richiederà a lei e ai suoi compagni un prezzo altissimo, forse più di quanto siano disposti ad accettare.
    A tutti loro si contrapporrà Abaddon, con creature tenebrose, servi fedeli, devoti pericolosi, lunghe notti e l’oscurità più intensa che ci sia: il cuore umano.

    Dark Intervista




    Lasciamo la parola all’Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché si tratta di tre storie con personaggi molto differenti. C’è un pizzico di romance, c’è azione, c’è oscurità, crudeltà e altro ancora. Ma c’è soprattutto umanità. Persone reali in un contesto cupo, disastrato e pericoloso.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Di continuativo c’è la lotta tra luce e oscurità, con elementi sicuramente trattati da molte angolazione. È un fantasy che, per certi versi, richiama le storie urban, o quelle dei supereroi. Di innovativo invece c’è il modo in cui il tutto si svolge, seguendo persone molto differenti tra loro, sotto ogni punto di vista, ma che fondamentalmente, se ridotte all’osso della loro intimità, si assomigliano per la fragilità che nascondono. Un fantasy molto dark, che appare distopico, ma che regala bei colpi di scena e forse qualche lacrima.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    L’amore per il fantasy e per la lettura. Più il “calcio nel sedere” di una vecchia amica che mi ha innestato l’idea spiegandomi che potesse essere possibile.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia nacque tanti anni fa dall’idea di fare un romanzo assieme a un gioco di carte. Così partì, ma poi abbandonai il progetto. L’ho ripreso in mano e fatto evolvere in una storia di persone, persone vere che prendono scelte difficili in un contesto tutt’altro che bello o semplice. L’umanità è la fonte di ispirazione.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Butto giù lo scheletro iniziale: le idee, l’ambientazione, i personaggi, le regole delle componenti fantastiche, la storia. Da lì in avanti mi dedico a scrivere e definire meglio il tutto evolvendo la situazione sulla base dei personaggi e quindi spesso stravolgendo il tutto.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Principalmente mi affido alla mia casa editrice e io, insieme agli altri autori, collaboro con lei sui social e nelle fiere.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Desidero innanzitutto completare la saga “Il tempo dei mezzosangue”. Poi ho in pro-getto un fantasy ispirato a elementi storici e ambientato in Abruzzo, con forti compo-nenti della mitologia norrena. E poi fare altri racconti sui Taumaturghi. Questo a “breve” distanza senza tediarvi con le cose a lunga distanza.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Be’ partiamo dalla mia compagna, santa subito la devono fare per la pazienza che ha nello starmi accanto nelle questioni scrittura. Poi la mia amica Nicoletta che mi ha dato il “calcio” iniziale, per cui senza forse non avrei mai iniziato a scrivere. E poi i miei lettori, cavolo se meritano un ringraziamento! Ormai mi seguono, mi contattano e ci facciamo chiacchierate e risate.
  8. .

    Isa Pagliarini



    MEMORIE DAL BUIO



    La Bestia




    Sinossi

    Milano, 1792. L'estate nella campagna risuona dei canti e delle risate dei fanciulli, ma nell'ombra qualcosa è pronto a prenderli. Uno per uno. A divorarli. In un mondo già proiettato verso il progresso illuminista, un nemico ancestrale artiglia il raziocinio riportandolo nel pieno dell'oscurità superstiziosa dei secoli bui. Le tracce di morte che lascia sono preziose per coloro che, soli, cercheranno di fermare gli omicidi di bambini. Ispirato a una storia vera, La Bestia offre uno spaccato della vita di campagna nell'Italia del nord alla fine del 1700 e dona una nuova e inedita versione delle insolute vicende che hanno funestato quei luoghi in un'estate dominata dal sangue e dall'orrore, dalla violenza e dalla paura. Un'estate dominata dalla Bestia.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?


    “Memorie dal Buio - La Bestia” ha come protagonista una ragazza di 14 anni cresciuta nella campagna lombarda della fine del 1700. I suoi capelli rossi, il fatto che la madre sia stata torturata e uccisa in uno degli ultimi processi dell’Inquisizione, ormai schiacciata dall’Illuminismo e dal progresso, ne fanno un’emarginata in una società ignorante e superstiziosa. Cécile si aggrappa con forza ai suoi punti fermi: il nonno e la cultura, per imparare il mestiere di levatrice e curatrice e trovare un suo spazio all’interno di un mondo che la spaventa. Poi un giorno, un suo amico, quasi coetaneo, viene barbaramente ucciso e sbranato e tocca a Cécile far luce sull’accaduto, usando la sua intelligenza e le sue conoscenze mediche. Durante i mesi di indagine conoscerà l’amore e il terrore, il meglio del mondo e il suo più oscuro abisso e ne uscirà profondamente cambiata. Nel breve spazio del libro Cécile affronta il momento terribile e sublime che tutte noi affrontiamo nella vita: uscire dall’infanzia dorata e protetta per infilarci nel mondo cannibale e crudele, scoprendo noi stesse e le nostre nuove risorse.

    Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Ho rispolverato il buon vecchio Romanzo Storico di manzoniana memoria, prendendo come spunto un fatto di cronaca nera davvero avvenuto nel 1792 nel paese accanto a quello in cui vivo. E’ la mia vita, la mia terra e la conosco abbastanza bene da volerla rendere su carta. All’ossatura di fondo ho poi attaccato carne nuova, interpretazioni fantastiche dei fatti oscuri e privi di dati, per infilarmi come un connettivo nei misteri mai risolti della vicenda e darne nuova risoluzione.

    Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Scrivere mi piace da sempre, dai primi racconti e poesie nati alla scuola primaria, al periodo oscuro adolescenziale in cui omaggiavo i grandi scrittori horror. Conoscevo la storia della Bestia di Cusago da quando ero una ragazzina, da un libro sui Lupi che mio padre aveva preso a una bancarella dell’usato. Più leggevo quella storia, più trovavo punti dubbi e salti temporali nei documenti lì riportati. C’era spazio per ricamarvi su col genere che attualmente prediligo nei miei lavori: il Fantasy più gotico ed oscuro.

    Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Fino a pochi anni fa, i vecchi abitanti dei paesi vicini a Cusago e i suoi stessi cittadini, indicavano il Bosco Grande – che poi ormai grande non è più- come luogo in cui si nasconde la Bestia. Oramai le nuove generazioni non conoscono più la storia, ma quei sanguinosi fatti di oltre 300 anni fa sono rimasti a lungo vividi nella memoria locale. Da quando lessi la prima volta degli omicidi di bambini, mi rimase la voglia di scriverne, di parlarne, di colmare i vuoti storiografici con una mia teoria, una interpretazione. Un giorno, per caso, provai a segnare i punti degli omicidi su una cartina storica dell’epoca. Guardai a lungo quei punti e una lampadina mi si accese letteralmente in testa. Telefonai a mio marito e gli dissi: “Ce l’ho! Ora so cos’è successo!”

    Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo prima di tutto nella mia mente. Quando guido o quando faccio lavori meccanici in cui non mi occorre ragionare troppo, scrivo interi capitoli nella mia testa, dialoghi e descrizioni comprese, poi li lascio lì a sedimentare. Se è materiale buono, resterà a tormentarmi finché non gli darò vita sulla carta. Se non è buono, lo dimenticherò. Mi fido della mia memoria, è il mio miglior giudice. Quando il capitolo o il racconto è già tutto scritto, mi metto al computer e in poche ore tiro fuori tutto.

    Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Cerco di mantenere vivo l’interesse coi miei amici via social network e tramite i canali di giocatori di ruolo fantasy che frequento.

    (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Nope!

    Progetti per il futuro?

    La Bestia è un lavoro che nasce all’interno dell’universo di Memorie dal Buio, un vasto mondo di romanzi e racconti urban fantasy che scrivo con costanza da 13 anni ormai. Il mio sogno è condividere la passione che metto nei miei scritti, con il pubblico e dare alle stampe anche altri romanzi per far conoscere i discendenti di Cécile e il destino di Draco ed Etienne.
  9. .

    Roberto Ciardiello



    La Vendetta nel Vento



    La vendetta può arrivare in un soffio



    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Si potrebbe decidere di leggere il mio libro se si è a caccia di emozioni forti, o di un horror che non sia un semplice splatter fine a se stesso. O se si ha voglia di recepire in lettura un certo messaggio di fondo, anche, nascosto sotto lo strato di orrore paranormale. Perché sì, diciamo che La vendetta nel vento è, oltre che intrattenimento, soprattutto un testo di denuncia, un lavoretto che vuol porre l'attenzione su uno dei crimini più odiosi di cui l'essere umano possa macchiarsi: la violenza sulle donne.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    A dirla fuori dai denti, in questo libro non c'è nulla di innovativo, anzi. È decisamente ancorato al filone cinematografico dei Rape e Revenge, molto in voga negli anni Settanta ma non solo. Abbiamo quindi una certa continuità con il genere, quindi, anche se spesso il Rape e Revenge è circoscritto al mondo del cinema.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    La voglia di sperimentare l'arte della scrittura è nata per caso. Molto tempo fa ho buttato giù un lungo romanzo (horror, chiaramente) che per fortuna è rimasto nel cassetto. Era davvero penoso... e lo è ancora. Prima o poi ci rimetterò le mani sopra e si vedrà.
    Comunque, dopo aver chiuso a chiave quel cassetto, ho iniziato a partecipare con racconti brevi a concorsi e festival di genere. A volte ho raggiunto il podio, altre mi sono guadagnato la pubblicazione in antologie AA.VV., così mi sono detto che potevo tornare a provare con qualcosa di più lungo.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La vendetta nel vento nasce come racconto breve, e la trama base è molto vecchia. Parecchi anni fa seguivo un forum sulla scrittura, che indisse un concorso per racconti brevi a tema fantastico. Ci si poteva sbizzarrire coi vari generi, ma si doveva far apparire, nella storia, un dente di leone (un soffione, per intenderci). Io partecipai mettendoci la mia vena horror, passai la selezione, ricordo che i migliori dieci sarebbero stati pubblicati in un'antologia curata da non ricordo quale editore. Poi però sono sorti dei problemi interni al forum (problemi di amministrazione, credo) e l'attesa si è protratta per un paio di anni. Così, stanco di aspettare, ho ritirato il racconto e l'ho sviluppato, allungandolo a romanzo breve, per poi pubblicarlo tramite il self-publishing di Amazon (prima di ritirarlo e proporlo alla Dark Zone).

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Quando ho una trama cerco di dedicarmici un pochino tutti i giorni, per non perdere eventuali ganci e sviluppi che mi ronzano in testa, ma purtroppo non ho un'ottima costanza e spesso mi ritrovo a navigare nell'apatia mentre mi ripeto: adesso scrivo, adesso, scrivo!
    Costante nella mia incostanza, insomma.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Vuoi o non vuoi, i tempi cambiano. Credo che essere attivi sui social serva (anche se non strafaccio, lo ammetto), così come può servire condividere una recensione o cose del genere. Io sono un romanticone dei tempi andati, lo so, ma credo che con il classico passaparola ormai si possa fare poco, purtroppo.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Come già detto, con La vendetta nel vento ho provato il self-publishing perché stanco di aspettare una pubblicazione che tardava ad arrivare; poi ho continuato con un altro romanzo (ora anche quello al vaglio della Dark Zone). Il self publishing ha pro e contro, però. Da una parte sei il padrone incontrastato del tuo lavoro, scegli la copertina, gestisci campagne promozionali, hai sempre i dati di vendita a portata d'occhio; dall'altra una visibilità molto ridotta che lascia il tempo che trova, se come me non ci sai fare.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Aspetto la mail della Dark Zone: quella che mi dirà se il secondo lavoro ha passato o meno la selezione... ci spero tantissimo. Poi dovrei riprendere in mano una raccolta di tre (al momento) novelle. Ho anche un altro lavoro piuttosto datato da sistemare. E dovrei riaprire il cassetto di cui parlavo prima. Quello col romanzo improponibile, ricordi?

    ▪ Tre persone da ringraziare

    In primis non posso non menzionare Francesca Pace, che ha deciso di puntare sul mio lavoro, stupendomi. Poi ringrazio Stefano Mancini, l'editor che ha smussato gli angoli della storia, dandogli una marcia in più. E infine ringrazio te per l'ospitata qui e per la chiacchierata.
  10. .

    Marco Fedele



    IL BAR



    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Se ha voglia di adrenalina e di scoprire i misteri questo è il libro che fa per lui.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Ho voluto evidenziare come la criminalità organizzata riesca a infiltrarsi in ambienti insospettabili e, dal mio punto di vista, non sono tanti i libri che raccontano l’infiltrazione mafiosa in Lombardia e nella sua provincia.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Desideravo sottolineare come anche in un piccolo villaggio si possano trovare le invidie e le presenti nei grandi centri.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Sono vissuto per tanti anni nella provincia di Milano e ho potuto costatare come le organizzazioni malavitose si siano inserite nel tessuto sociale modificando il modo di pensare dei suoi abitanti.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Di sera, dopo il lavoro, o durante il fine settimana. Preferisco non organizzarmi e lasciarmi trasportare dall’intuizione del momento.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    I blog tour, facebook e le fiere sono ottimi strumenti di promozione. Mi piace fare anche presentazioni in cui il lettore può conoscermi direttamente.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Non ho mai scelto il self publishing.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Cercare altri ambienti adatti per un romanzo poliziesco e leggere una serie di libri che ho ancora sul comodino.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Francesca Pace per aver creduto nel progetto, Stefano Mancini per l’editing accurato, Giacomo Ferraiolo per la pazienza e il blog-tour.
  11. .

    Giorgia Vasaperna



    L'Assassino che Donava Girasoli ai Cadaveri



    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché no?
    A parte gli scherzi, confesso che non saprei. Quando scrivo non mi domando chi leggerà le mie storie e perché. Lo faccio principalmente perché mi piace, perché ne sento il bisogno.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Gli elementi di continuità stanno nello schema narrativo di base: c’è un assassino, una vittima e un mistero. L’innovativo sta nei dettagli, in ciò che noi autori non possiamo rivelare nella sinossi perché rovinerebbe tutto il divertimento.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Il bisogno di raccontare. Non necessariamente me stessa (a chi importa?), ma quello che vedo, il mondo che ci circonda e che non ci aspetta mai.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Questa storia è nata, come tutte le altre, da alcune riflessioni sulla vita e sul mondo che mi circonda.
    Ciò che vedo e percepisco è la mia fonte d’ispirazione.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo quando ho tempo e voglia, quindi per lo più in modo disorganizzato e improvviso. Mi piacerebbe essere costante, ma la mia vita è più frenetica del voluto.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Farsi conoscere dai lettori è essenziale, perciò bisogna utilizzare principalmente i Social Network e frequentare il più possibile i gruppi letterari. Il segreto è avere tanta pazienza.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Finire il mio ultimo lavoro e vedere come va.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Ringrazio Daniele Calanna, Francesca Pace e Stefano Mancini per i ruoli essenziali che hanno ricoperto in questa avventura. Senza di loro, non so cosa ne sarebbe di Julia e di tutti gli altri.
  12. .

    Miriam Palombi



    MISERI RESTI SEPOLTI





    Una nuova antologia Horror!

    Dark Intervista




    Lasciamo la parola all’Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché è una lettura intensa. Ci sono tanti personaggi dalle psicologie diverse. Vittime e Carnefici. Tutto espresso a tinte forti.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Gli elementi di continuità con la tradizione sono chiari. Miseri Resti Sepolti è un’antologia horror che esplora alcune tematiche classiche, i serial killer, il mondo del soprannaturale, gli spiriti, le case infestate, rivisitati in chiave moderna.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” io rispondevo senza incertezza, “ La scrittrice” e since-ramente lo faccio ancora.
    Fin da piccola ho cominciato a scrivere brevi racconti, sulla scia di quelle che erano le mie letture, i film preferiti e interessi non proprio adatti alla mia età. Da sempre sono appassionata di tutto quello che concerne il “mistero”.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La passione per la scrittura è una conseguenza della mia passione per la lettura. I racconti di Poe, di Lovecraft, di Barker, in seguito i libri di Eco, sono stati per me, una vera guida formativa. Mi sono avvicinata, così, al genere thriller e all’horror. Da cosa nascono le mie storie…Tutto parte dal con-cetto di “paura” e “mistero”. Nello specifico l’idea di Miseri Resti Sepolti è nata via via. Mi sono accorta che molti dei racconti scritti in un determinato periodo della mia vita, che considero com-plicato, avevano una tematica in comune, ossia la dicotomia Morte-Vendetta. Un tema crudo che a volte ho faticato a mettere nero su bianco.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    La mia scrittura ha dei tempi giurassici. Ricerche preliminari, stesura e revisioni, portano via molto tempo. Per i racconti horror è diverso, sono sempre molto brevi e nascono di getto, sull’onda di un’idea spesso molto semplice. Niente mi spaventa di più della banalità.
    Annoto di continuo nuove idee, le migliori mi vengono prima di dormire, che poi cerco di svilup-pare, creando trame e personaggi.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Attualmente le pubblicazioni in ebook permettono al libro di superare i limiti fisici e varcare i confini delle librerie, sperando di raggiungere un pubblico più vasto in minor tempo.
    Noi autori dobbiamo comunque impegnarci nel mantenere alta la soglia di attenzione, altrimenti i nostri titoli si perderebbero nel mare delle pubblicazioni online. Gruppi Facebook, blog legati al mondo della letteratura, e soprattutto il lavoro capillare svolto dalla casa editrice, ci aiutano in questo arduo compito.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Sono stata molto fortunata, sulla mia strada ho incontrato una persona speciale, Francesca Pace, che ha creduto in me facendomi entrare a far parte della DZedizioni, la sua casa editrice appena sbocciata.
    In passato ho provato l’esperienza del self publishing per alcune mie antologie horror. E’ stata una scelta ponderata, una sorta di esperimento.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Proprio in questi giorni mi accingo a terminare il terzo volume della saga Legacy of Darkness, la mia trilogia Dark Fantasy; con questo volume il cerchio si chiude. Abbiamo conosciuto i cinque uomini dai poteri eccezionali, appartenenti all’antico ordine segreto del Pentacolo. Sappiamo che accanto alla realtà che tutti noi conosciamo, esiste un mondo nascosto e sovrannaturale. Ci resta solo da comprendere come tutto ciò è iniziato, scoprire le radici malate della Nuova Tecnica…e tutto sarà chiaro.
    Poi c’è un romanzo che ha già superato il vaglio severo della DZ edizioni…indovinate un po’, sem-pre horror; affronterà il tema classico della “casa maledetta”. E poi idee e idee
    Insomma credo che la direzione, ormai tracciata, in cui andrà la mia scrittura sia lastricata da incubi più o meno spaventosi.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Il primo ringraziamento va a Francesca Pace, donna e autrice speciale, e con lei ringrazio i suoi col-laboratori.
    Il secondo va a mia figlia, può sembrare strano ma è con lei che discuto di trame, personaggi e titoli.
    E ovviamente ringrazio i lettori che hanno avuto modo e voglia di leggere i miei libri.
  13. .
    Buongiorno!
    Direi che un grandissimo GRAZIE! sia d'obbligo.
    Grazie a chi mi segue dagli inizi...2011...e ancora oggi è presente nella richiesta dei miei scritti.
    Nel corso degli anni si cresce e si fa più strada, il mio GRAZIE quindi va a chi c'è sempre stato e continua ad esserci e percorre questa strada insieme a me.

    :) :wub: :rolleyes:
  14. .

    COLLETTIVO SCRITTORI UNITI



    Nasce il Collettivo Scrittori Uniti

    Per gli autori e i lettori interessati alle fiere letterarie vi annunciamo che da pochi mesi è nato il CSU, sigla che sta per “Collettivo Scrittori Uniti”, fondato da Claudio Secci insieme ad altri autori membri del Seu: Jessica Maccario, Massimo Procopio, Manuela Chiarottino e Manuela Siciliani. La volontà è quella di portare avanti lo spirito dell’Associazione Scrittori Emergenti Uniti, che dal 1° gennaio non sarà più un’Associazione ma continuerà a essere una vetrina web e avrà funzioni di selezione.

    Il Collettivo ha la principale finalità di partecipare alle fiere italiane, inizialmente soprattutto del Nord Italia, per poi ampliarsi e ritornare a fiere già frequentate in passato, come il Pisa Book Festival, che questo novembre sarà ancora diretto dal Seu: sarà infatti possibile trovarlo il 9,10 e 11 novembre a Pisa con molti libri dei soci iscritti regolarmente all’Associazione fino al 31 dicembre, giorno della chiusura ufficiale.

    Quali sono le modalità di partecipazione al nuovo Collettivo?

    Il Collettivo si pone come entità indipendente, che porta avanti lo spirito che ha accumunato molti ex soci: la finalità è dunque sempre la stessa, cioè quella di unire le forze per raggiungere le fiere a cui singolarmente sarebbe difficile arrivare. Gli autori possono partecipare fisicamente o delegando qualcun altro, ove consentito, con l’obiettivo di far conoscere tutti i libri presenti nello stand e non soltanto il proprio.

    I libri partecipanti alle fiere possono essere sia pubblicati con case editrici sia autopubblicati, ma devono passare una valutazione iniziale, pertanto verranno richieste le prime pagine per controllare la qualità del testo. A occuparsene ci sono due comitati, quello del Seu che continua la sua opera di selezione e fungerà anche da vetrina per coloro che sceglieranno questo canale e quello nuovo gestito dal direttivo del collettivo; chi ha già passato o passerà la selezione del Seu, potrà partecipare alle fiere del Collettivo senza un’ulteriore valutazione.

    È possibile scegliere di volta in volta a quale fiera partecipare, seguendo la pagina facebook del collettivo (www.facebook.com/Collettivo-Scrittori-Uniti-384649478697620) o il sito www.scrittoriuniti.com per mantenersi aggiornarti sulle date presenti. Non è richiesta una quota annuale associativa, l’unica quota da pagare sarà quella per la fiera, suddivisa tra gli autori partecipanti quando questa è a pagamento e non gratuita (come il Salone di Torino o altre fiere in cui è necessario pagare lo stand per aderirvi). Una volta aderito e passata la selezione, si verrà inseriti nel gruppo apposito dove parlare dei dettagli della fiera, relativi alla spedizione, orari, turni e via dicendo. Per maggiori informazioni è possibile consultare il Regolamento sul sito.

    La prima fiera in programma è “Canta-Libri”, che si terrà domenica 9 settembre a Cantalupa, vicino a Pinerolo, dalle ore 10,00 alle ore 19,00.

    Seguono la fiera “Libri in baia” a Sestri Levante, il 13 e 14 ottobre e “Libri in Nizza” a Nizza Monferrato l’11 e 12 novembre. Ulteriori date, prima del Salone di Torino di maggio, saranno comunicate sul sito.

    Vi aspettiamo a Cantalupa, con una decina di libri di vario genere, dal thriller al rosa, dal surreale ai racconti. Gli autori saranno presenti fisicamente e disponibili ad autografare i libri, che per l’occasione saranno a prezzo scontato.
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    Daniel Di Benedetto



    Il Senso della Colpa



    Dark Intervista



    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché nei miei scritti c’è sempre qualche elemento che rende verosimile il tutto, ci sono sentimenti e situazioni che possiamo provare tutti quanti, senza distinzione alcuna. Ci si può immedesimare con molta facilità nelle mie parole.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Mi piace da sempre, e questo nuovo libro non fa eccezione, narrare la storia seguendo più punti di vista in contemporanea, come se la storia si componesse come un puzzle di vari tasselli. Ogni punto di vista aggiunge quel piccolo tassello indispensabile alla riuscita della visione del quadro generale.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    L’incapacità di parlare. Di solito, io faccio molta fatica a espormi. In qualunque ambito. Tendo a lasciar correre, a non far valere fino in fondo le mie idee e le mie convinzioni. Nella scrittura, ho carta bianca (oddio, che battuta squallida, perdonatemi…). I personaggi si lasciano scoprire nel profondo, senza timore di essere giudicati, di rimanere incompresi, di sentirsi inadeguati o fuori posto.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    E’ una storia che nasce 5-6 anni fa sotto forma di racconto breve, inserita nel primissimo libro di racconti che autopubblicai. Erano 50 pagine circa. Mi è sempre rimasta l’impressione netta che non avessi raccontato tutto. Così, anche per dare voce a quel lato “noir” che fa parte del mio bagaglio di autore e lettore, ho deciso di riprendere in mano la storia, ripensandola quasi totalmente. Ampliandola, trasformandola, cambiando anche il finale rispetto la versione originale. Da 50, siamo passati a 200 pagine. Ora la storia di Anna è completa davvero.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Sono discontinuo da matti. Scrivo di notte dopo una giornata intera al pc per lavoro. Le tempistiche pertanto si allungano spesso a dismisura e mi sento un autore “stitico”, come mi ha ribattezzato Francesca, l’editrice.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Utilizzo le cards promozionali, i volantini che distribuisco nelle fiere dove cerco di essere il più presente possibile, e il passaparola. Non so vendermi come vorrei e dovrei, ma ci sto lavorando su…

    ▪ Progetti per il futuro?

    Scherzando ho parlato di scrivere un distopico. Ora non riuscirò di sicuro, ma chissà che prima o poi… intanto, sono in attesa della storia giusta. Prima o poi arriverà.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Francesca Pace, perché crede in me molto più di quanto sappia fare io.
    Elena, perché mi fa capire a suo modo che l’arte è nascosta in tante cose, una parola, un disegno, un sorriso.
    E poi… cazzarola, posso ringraziare me stesso per essere così cazzaro nell’anima? 😊
217 replies since 10/10/2013
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