Daniel Di Benedetto

Dark Intervista

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    Daniel Di Benedetto



    Il Senso della Colpa



    Dark Intervista



    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché nei miei scritti c’è sempre qualche elemento che rende verosimile il tutto, ci sono sentimenti e situazioni che possiamo provare tutti quanti, senza distinzione alcuna. Ci si può immedesimare con molta facilità nelle mie parole.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Mi piace da sempre, e questo nuovo libro non fa eccezione, narrare la storia seguendo più punti di vista in contemporanea, come se la storia si componesse come un puzzle di vari tasselli. Ogni punto di vista aggiunge quel piccolo tassello indispensabile alla riuscita della visione del quadro generale.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    L’incapacità di parlare. Di solito, io faccio molta fatica a espormi. In qualunque ambito. Tendo a lasciar correre, a non far valere fino in fondo le mie idee e le mie convinzioni. Nella scrittura, ho carta bianca (oddio, che battuta squallida, perdonatemi…). I personaggi si lasciano scoprire nel profondo, senza timore di essere giudicati, di rimanere incompresi, di sentirsi inadeguati o fuori posto.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    E’ una storia che nasce 5-6 anni fa sotto forma di racconto breve, inserita nel primissimo libro di racconti che autopubblicai. Erano 50 pagine circa. Mi è sempre rimasta l’impressione netta che non avessi raccontato tutto. Così, anche per dare voce a quel lato “noir” che fa parte del mio bagaglio di autore e lettore, ho deciso di riprendere in mano la storia, ripensandola quasi totalmente. Ampliandola, trasformandola, cambiando anche il finale rispetto la versione originale. Da 50, siamo passati a 200 pagine. Ora la storia di Anna è completa davvero.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Sono discontinuo da matti. Scrivo di notte dopo una giornata intera al pc per lavoro. Le tempistiche pertanto si allungano spesso a dismisura e mi sento un autore “stitico”, come mi ha ribattezzato Francesca, l’editrice.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Utilizzo le cards promozionali, i volantini che distribuisco nelle fiere dove cerco di essere il più presente possibile, e il passaparola. Non so vendermi come vorrei e dovrei, ma ci sto lavorando su…

    ▪ Progetti per il futuro?

    Scherzando ho parlato di scrivere un distopico. Ora non riuscirò di sicuro, ma chissà che prima o poi… intanto, sono in attesa della storia giusta. Prima o poi arriverà.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Francesca Pace, perché crede in me molto più di quanto sappia fare io.
    Elena, perché mi fa capire a suo modo che l’arte è nascosta in tante cose, una parola, un disegno, un sorriso.
    E poi… cazzarola, posso ringraziare me stesso per essere così cazzaro nell’anima? 😊
     
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