Posts written by .Eleonora.

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    Martina Magni



    BAGADA FELIX




    Sinossi

    Felix ha trentaquattro anni e vive a Firenze. Ha una vita regolare: un lavoro fisso in un grande magazzino di elettrodomestici, un appartamento decente, una bella fidanzata ed un gruppetto di amici con cui si incontra diverse sere a settimane. Più che altro si annoia, e non ha vere e proprie aspettative sul suo futuro.
    Ma una notte fa un sogno molto vivido e grottesco con protagonista la sua fidanzata. Dapprincipio pensa al classico incubo estremo che tutti nella vita facciamo, ma scoprirà con orrore non solo che quel sogno non lo stava facendo lui ma lei, ma che è in grado di entrare negli incubi praticamente di chiunque. E di scoprire cose, e farne accadere altre. Diverrà suo malgrado un onironauta, viaggiatore dei sogni altrui, e la sua vita cambierà per sempre.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    • Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Suppongo che riuscirebbe a stuzzicare la sua voglia di gore letterario, guidata da una persona comune. D'altro canto, Felix è una persona comune, a tratti cinica ma non quanto vorrebbe, ed è praticamente costretto ad un terribile viaggio. Chi non preferirebbe essere accompagnato?

    • Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Quando mi domandano il genere di Bagada Felix sono sempre un po' dubbiosa. Presenta elementi horror, elementi gore ed elementi onirici in un contesto urbano che potrebbe essere tranquillamente il mio o il tuo, non segue un genere ben definito. Di innovativo ti potrei indicare l'accettazione della follia e del distorto come parte integrante dell'essere umano: non necessariamente chi partorisce incubi è pazzo o criminale, anzi.

    • Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Le storie stesse, direi. Ad un certo punto, come gravidanze inaspettate, si presentano e pretendono di venir tradotte in scrittura.

    • Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Questa in particolare da una sfida che ho voluto fare a me stessa. Mi sono chiesta: quanto riesco a spingermi in tale direzione? Quanto sono in grado di trasmettere il disagio che si cela in un incubo?

    • Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Sono totalmente preda dell'ispirazione, se vogliamo chiamarla così. Quando arriva, mi tiene sveglia anche fino al mattino per giorni e giorni, mi tocca ubbidire a ogni suo capriccio. Poi se ne va, anche per mesi.

    • Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Essendo il primo vero libro pubblicato sono ancora assai incerta su come dovrei muovermi. Fino a ora mi limitavo a postare su Facebook il link all'ebook, o semplicemente ne parlavo alla gente (ho anche partecipato ad un programma televisivo di aspiranti scrittori, ma lasciamo stare, ero giovane e scema). Adesso sono circondata da persone molto in gamba, spero che avranno la pazienza di insegnarmi qualche dritta.

    • Progetti per il futuro?

    In concomitanza col mio sogno principale della vita (pubblicare ed essere letta), sto attualmente lavorando per aprire uno studio di piercing e tatuaggi a Firenze.

    • Tre persone da ringraziare

    Senza alcun dubbio il mio migliore amico, Davide Cancila, per aver letto ogni cosa che gli ho proposto con voracità e attenzione, per gli splendidi consigli che continua a darmi e per avermi fatto credere davvero in quello che facevo. E anche per aver trasformato un mio racconto in un meraviglioso cortometraggio.
    La seconda, ma non per ordine di importanza, mia madre. Non credo che le farò mai leggere Bagada Felix perché per lei sarebbe troppo forte, ma mi ha sempre supportato e sopportato, senza per questo farmi diventare una viziatella piena di me. Le devo tutto.
    A costo di sembrare una lucida-fondoschiena, al terzo posto sento di dover mettere lo staff di DZ come un'unica grande persona. Non riesco mai davvero a far capire a questa gente quanto dannatamente io gli sia grata per aver creduto e portato alla luce questo progetto.
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    Lucia Guglielminetti



    VERSUS



    Sinossi

    Beatrice è una sedicenne grassoccia e apparentemente mediocre. Frequenta il liceo linguistico della sua città, non è amata dai compagni e proviene da una famiglia del tutto insignificante, con una madre scialba e un padre distratto. L’unica luce, nella sua vita, è l’amore per i Rip n’Tear, un gruppo metal americano, e soprattutto per il frontman, Johnny Lee Kerr, che rappresenta tutto quello che Beatrice vorrebbe essere. Ma che succede quando Bea riesce a trovarsi faccia a faccia con il suo idolo e scopre che non è quell’essere senza macchia che si è sempre immaginata? Dopo aver sviluppato facoltà paranormali che non avrebbe mai pensato di possedere, Bea è pronta per la sua vendetta, dando inizio a un duello senza esclusione di colpi con Johnny, da cui l’unica via di fuga è la morte.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Spero che lo leggeranno indifferentemente lettori e lettrici, se desiderano una storia che li tenga col fiato sospeso, in cui i personaggi non sono mai bianchi o neri. È stato divertente gestirli come se fosse una partita a scacchi, senza mai parteggiare troppo per l’uno o per l’altra. Non volevo che la storia risultasse sbilanciata a favore di Johnny, solo perché è la vittima. Ne vedrete delle belle.

    • Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    È una storia, punto, fatta per creare tensione in chi legge. Non mi piacciono le catalogazioni in generi. Immagino che si possa definire thriller, nella tradizione dei libri Kinghiani, anche se non mi sognerei mai di paragonarmi a lui, che è il mio mito. Due personaggi, un conflitto, un finale spero non scontato. Tutto qui.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    La lettura è la molla che mi ha spinto a scrivere, questa come le altre storie di cui sono autrice. Il desiderio di creare un mio mondo personale dopo aver visitato per anni i mondi altrui come ospite. Naturalmente quella è una cosa che continuerò a fare sempre. Sono affamata di storie e di buona scrittura.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    L’idea di Versus nasce tantissimi anni fa, nella mia giovinezza, quando ero appassionata di band alla Guns n’Roses e, in particolare, ero in fissa per Axl Rose. Nella mia testa, Johnny ha quella faccia lì, infatti. Per prevenire la domanda successiva, no, io non mi identifico con Bea, anche se l’ho “ospitata” nella mia città. Non sono mai stata quel tipo di fan, nemmeno quando Axl l’ho incontrato davvero durante un loro tour in Italia. Ma le persone ossessive esistono, ed è stato interessante immaginare dove potrebbe arrivare una di loro se dotata di poteri paranormali potenti come quelli che ho immaginato per Bea.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scriverei sempre, questo sia chiaro, ma non potendolo fare visti gli impegni familiari e di lavoro, mi ritaglio un po’ di tempo di sera o quando giornate particolarmente fortunate mi permettono di farlo anche prima. In ogni caso scrivo di getto, senza usare schemi, bibbie dei personaggi, schede o altre diavolerie con cui mi sembrerebbe di imbrigliare il condominio nella mia testa, obbligando i personaggi a rivelarmi ogni cosa in anticipo. E, siccome ho a che fare con veri tipacci – mi riferisco soprattutto al vampiro protagonista della mia saga RVH – se ci provassi mi bloccherebbero senza pietà. Non dico che non siano metodi validi. Non lo sono per me, tutto qui. Tutto quello che ho è un canovaccio molto generale della storia e un’agenda in cui annotarmi date, luoghi e nomi per non fare confusione. Per il resto, LORO hanno carta bianca e ci divertiamo insieme.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Io sono un’autrice ibrida, per il momento, il che vuol dire che alcuni dei miei libri sono pubblicati come self, mentre Versus ha avuto la fortuna di incontrare sulla sua strada la Dark Zone. Ho dovuto, quindi, imparare ad autopromuovermi, anche se sospetto di non essere poi così brava, un po’ per pigrizia, un po’ per timidezza. Lo strumento che uso di più è Facebook e le pagine relative ai libri che ospita. Quello che ho capito in questi anni è che non bisogna spammare in milioni di gruppi senza mai interagire. Non serve a nulla. Frequentarne un numero ragionevole, interagire con gli altri utenti, far conoscere i propri lavori ma senza imporli troppo. Ci vuole equilibrio e cortesia. E mai, mai chiedere l’amicizia a qualcuno per poi, immediatamente dopo, chiedere il “mi piace” alla propria pagina, o peggio infestare le chat altrui.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Come ho detto, sono ibrida. Versus ha trovato casa presso la Dark Zone e ne sono felice, mentre la mia saga RVH è ancora nelle mani del potente dio KDP. Potremmo parlare per ore dei vantaggi e degli svantaggi dell’essere self. Per quello che ho potuto vedere, però, la DZ è una casa editrice piccola ma in crescita, molto vivace e combattiva. Mi hanno colpito molto sia su FB che alle Fiere del libro in cui li ho visti in azione e ho davvero sperato che mi prendessero in considerazione per il mio thriller. Spero che sia l’inizio di una fortunata collaborazione.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Sto cercando di portare a termine il sesto volume della mia saga vampiresca, ma per ora sono un po’ bloccata. Ho anche iniziato un’altra storia con elementi soprannaturali, ma è ancora ai primi capitoli. E poi sto pensando a un possibile Versus parte seconda, un po’ sullo stile di Dr. Sleep di King. Che ne sarà stato dei nostri protagonisti vent’anni dopo?

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Vediamo…
    Mio marito, che mi sopporta da più di vent’anni nonostante la testa nelle nuvole.
    Laura Costantini e Federica Soprani, scrittrici molto più in gamba di me e amiche insostituibili.

    E grazie a voi per l’intervista!
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    Debora Mayfar



    Cuore di Neve



    Sinossi

    Bianca sta finalmente ritrovando il suo equilibrio. Ha chiuso la relazione affettiva con Teo, ma non il suo rapporto con l’uomo, disposto a tutto, anche a mettere a repenta-glio la sua vita, per proteggerla. Lui è il suo Cacciatore, lei una Regina degli Spiriti: il legame che li unisce è saldo come l’acciaio. O almeno è quello che credono entrambi. Il ritorno del primo amore di Bianca, Hallbjörn, dall’Islanda, metterà infatti a dura prova non soltanto il rapporto tra lei e Teo, ma anche la salute psichica della ragazza, messa sempre più in crisi dalle frequenti lacune nella sua memoria.
    Enormi falle nei suoi ricordi le impediscono di rammentare fino in fondo chi lei sia e quale sia il suo ruolo.
    Quello che infatti Bianca non immagina è che gli ingranaggi del Ragnarök, creati da lei stessa in un tempo dimenticato, stanno iniziando a muoversi e incastrarsi a ogni suo passo.
    Il destino dell’universo è appeso a un filo e alla sua capacità o meno di ricordare…

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché parla di ricordi rubati e di incubi, di amori finiti o considerati tali, di perdite e di rivincite. Racconta un punto di vista differente sulla vita, è la risposta alla domanda “Se non avessi vissuto certe esperienze, avrei fatto le stesse scelte?”

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    “Cuore di Neve” è un romance con venature paranormali, ho scelto di mantenere i toni il più realistici possibile, in modo da far entrare gradualmente i lettori nel mondo che sto creando.
    Nel mondo vissuto dai personaggi di questo romanzo, però, esistono Re, Regine e Cacciatori oltre a figure più classiche come streghe e stregoni. Nascondono la loro vera natura al resto della popolazione, ma riescono a sfruttarla in ogni occasione: ad esempio uno dei personaggi è un Re della Persuasione, e riesce a convincere chiunque della veridicità di quello che sta dicendo.
    I Cacciatori, invece sono addestrati a proteggere queste figure, perché gli Incubi vogliono impadronirsene e portarli dalla loro parte…

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Ho conosciuto un ragazzo che scriveva sillogismi, il quale mi ha ispirato molto, al punto di ammettere che mi ha “aperto una porta” sulla scrittura: non avrei mai immaginato che a qualcuno interessasse leggere quello che scrivo. A un certo punto della mia vita ho iniziato a fantasticare giorno e notte su alcuni personaggi, fino al punto in cui ho pensato che sarei diventata matta se non avessi preso qualche appunto. Giunto natale, una cara amica mi ha regalato una Moleskine rosa sulla cui prima pagina aveva scritto qualcosa tipo “Ecco, adesso non hai più scuse, devi iniziare a scrivere!”… et voilà!

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata dall’unione della mia concezione animistica del mondo unita alla mia passione per l’urban fantasy e per le leggende.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?
    Scrivo la notte, dalle 11 di sera in poi, almeno tre giorni alla settimana. Mi sono imposta questo ritmo, perché se dovessi ascoltare la mia voce interiore non sarebbe mai il momento giusto di mettersi a scrivere, sono abbastanza insicura!

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Cerco di farmi conoscere per come sono. Frequento vari gruppi su cui ho stretto nuove amicizie… Ho una pagina su cui pubblico le mie letture in corso, delle citazioni o qualche disegno, e ho un profilo instagram.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Per il momento sto concludendo la prima stesura dell’ultimo volume di questa trilogia, prossimamente ho intenzione di dedicarmi al noir.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Ringrazio Cecilia K. e Mandy Moon, senza il loro supporto non avrei mai proposto il mio romanzo a una casa editrice. E non smetterò mai di ringraziare Francesca Pace per tutta la pazienza che ha dimostrato, seguendomi e tranquillizzandomi nelle varie fasi che hanno portato alla pubblicazione.
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    Fernando Santini Sice



    La Bambole non hanno Diritti



    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Per tre motivi:
    • per essere proiettato in una storia veloce, dura, piena di azione e di emozioni che non la lasceranno indifferente
    • perché la vicenda narrata le regalerà degli spunti per riflettere su cose che stanno accadendo nel mondo odierno
    • Perché i personaggi, sia quelli positivi che quelli negativi, presentano delle caratteristiche che la faranno affezionare.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Il romanzo disegna diversi livelli di contrapposizione, uno di questi riguarda il Vice Questore Gottardi, un poliziotto che ama applicare le regole nella ricerca della giustizia, con l’organizzazione ARCO, che non si fa scrupolo di usare mezzi violenti per far confessare i colpevoli. Ritengo che un tratto innovativo sia quello di aver immaginato l’organizzazione ARCO, dotata di grandi mezzi finanziari, di strumenti tecnologici molto avanzati, di uomini che si muovono agevolmente in contesti violenti e che vede il coinvolgimento di pezzi dello Stato (un Procuratore, un dirigente dei Servizi Segreti).
    ARCO rappresenta la rottura di uno schema da parte di persone che ne fanno attivamente parte.
    L’intervento di ARCO nella risoluzione di casi particolarmente brutali, sia per il tipo di reato sia per la tipologia delle vittime, induce il lettore, abituato ad immedesimarsi nella figura dell’eroe buono, a considerare valido anche il punto di vista degli uomini di ARCO, dimostrando quello che posso definire, citando George Lucas, il fascino del lato oscuro della forza.
    Un altro aspetto da considerare riguarda la coralità della storia. Pur essendoci livelli di coinvolgimento diversi tra i vari personaggi, non si tratta di un giallo basato su un protagonista assoluto intorno a cui ruotano le attività investigative. Nei romanzi della SICE tutto avviene per un gioco di squadra, sia tra i buoni che tra i cattivi.
    Altro elemento innovativo è costituito dal modello narrativo adottato. L'azione viene narrata usando i verbi al presente, i dialoghi si svolgono con un ritmo serrato, le descrizioni sono ridotte al minimo, in quanto avevo l'intenzione di catapultare il lettore all'interno della storia, quasi stesse vivendo un film e non leggendo un romanzo.
    Nel solco del genere, intendo il thriller moderno, ambientato nei giorni nostri, vi è il richiamo a situazioni realistiche, a problemi che condizionano la nostra vita, oltre che l'uso di strumenti di indagine basati sulla tecnologia.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Era il settembre del 2014 a ero in una cena con alcuni colleghi. Non ricordo come iniziamo a parlare di violenza alle donne. Roxana, una collega Rumena ci raccontò la storia di una donna che lei conosceva perché aveva frequentato la stessa scuola elementare. Il suo racconto mi condusse in un universo in cui la sofferenza non riusciva a sopire il desiderio di riscatto e di emancipazione della vittima femminile. Tornai a casa amareggiato. Nei giorni seguenti montò la rabbia. Qualche settimana dopo, per dare sfogo alle emozioni che sentivo dentro, iniziai ad immaginare una storia in cui rappresentare il cammino di emancipazione di una donna. La storia prese corpo sulla carta e mi trovai a trasferire le emozioni e le esperienze, dirette e indirette, che avevo accumulato per oltre quarant’anni. Pubblicai in self publishing il mio romanzo affinché amici e colleghi potessero leggerlo e darmi un’opinione. Il romanzo era scritto con una tecnica acerba, ma coinvolgeva i lettori per l’intensità delle emozioni e la profondità delle riflessioni. Intanto, altre storie, altri protagonisti, bussavano alla mia mente chiedendomi di dar loro voce. Da qual momento è iniziata un’attività che, nel corso di due anni mi ha portato a scrivere altri tre romanzi e, infine, a completare il primo romanzo della SICE.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata a tavolino intorno ad un’idea: portare il lettore a cambiare la propria prospettiva di partenza per poi cambiarla di nuovo in un movimento che rappresenta la vita con tutte le sue giravolte. Per far questo ho ritenuto utile creare due tipologie di personaggi: quelli che operano seguendo le regole civili e quelli che invece decidono di fregarsene per ottenere il risultato che ritengono più giusto. Quindi ho creato i presupposti affinché le due tipologie di personaggi potessero operare nello stesso contesto, quasi in gara tra di loro. Però dovevo anche coinvolgere il lettore nella scelta (mutevole nel tempo) del proprio eroe. Quindi ho creato dei reati efferati, duri, che colpiscono a livello di pancia perché di fronte alla malvagità più dura, anche i nostri valori più alti iniziano a vacillare. Fonti di informazione sono stati i molti libri (Thriller e spionaggio) letti nel corso dei miei 52 anni, le notizie dei quotidiani che leggo ogni giorno, oltre a Google Maps per alcune indicazioni sui luoghi in cui agiscono i personaggi.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo non appena ho un poco di tempo libero dal lavoro. Il mio lavoro mi porta spesso a usare il treno e io approfitto del tempo di viaggio per scrivere i capitoli dei miei romanzi. Nella stesura di una storia, mi piace avere un metodo organizzato, ma con elementi di libertà. Ad esempio, per la serie SICE sono partito definendo, a grandi linee, le caratteristiche dei personaggi e i casi di cui si sarebbe occupata la SICE. Poi, quando iniziavo a scrivere un romanzo della serie, buttavo giù uno storyboard in cui descrivevo quello che sarebbe accaduto in ogni capitolo. Quindi iniziavo a scrivere un capitolo dopo l'altro, partendo dal primo e seguendo la sequenza degli eventi ipotizzata nello storyboard. Se, però, nello scrivere un capitolo mi rendevo conto che occorreva cambiare la sequenza degli eventi o che c'era un elemento che mi veniva suggerito dal contesto in cui stanno operando i miei personaggi, provavo ad inserirlo all'interno della storia modificando, se necessario, l'evoluzione dei capitoli seguenti. Nel corso della stesura di un romanzo posso anche fermarmi per più giorni riflettendo su uno sviluppo della storia in quanto ho la necessità di capire quale nuova strada si sta delineando per i miei personaggi.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Ho pensato di iniziare con una campagna via radio, poi dei trailer in tv dopo il telegiornale e per finire un bel lancio dall’aereo di fascicoli con due capitoli. Poi mi sono svegliato e mi sono reso conto che la mia carta di credito non era di platino. A parte gli scherzi, per ora ho usato facebook e il telefono per coinvolgere il mio network di amici. Nelle mie intenzioni c’è l’allargamento del network inserendo anche quello professionale mediante l’utilizzo di Linkedin e del telefono. Il passo successivo sarà quello di coinvolgere chi non fa parte dei miei network. Questo potrà avvenire o tramite il coinvolgimento delle persone del mio network o (sto analizzando il modo migliore di gestire tale opportunità) tramite azioni pubblicitarie su Facebook e mediante diffusione di pubblicità cartacea.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Penso che le grandi costruzioni debbano avvenire facendo un passo alla volta con l’umiltà di chi vuole imparare, ma anche con la determinazione di chi crede nel proprio lavoro. Oggi in Italia ci sono tante case editrici, troppi potenziali autori e pochi lettori. La strada del self publishing consente ad un autore emergente di verificare se il suo prodotto incontra i gusti del mercato, se le sue storie riescono a suscitare emozioni. Questi feedback possono aiutare un autore a migliorare nello stile e nella qualità delle storie, portandolo, in alcuni casi, a pubblicare con una casa editrice che crede in lui.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Certo! Moltissimi. Vuoi delle anticipazioni? Iniziamo dalla SICE. Ho iniziato a disegnare la serie prevedendo minimo 6 romanzi. Diciamo che sono già a buon punto perché ho terminato di scriverne qualcuno (le fasi di correzione, revisione e rilettura che faccio prima di inviare il lavoro al mio editore sono lunghe perché cerco di dare un buon prodotto).
    Poi mi piacerebbe scrivere un'altra miniserie in cui la protagonista sia una donna un po' avanti negli anni, che applica la cinesica (studio delle reazioni del corpo) per in-dividuare i colpevoli.
    Poi vorrei cimentarmi con il genere sentimemtale, non ridete, ho un'idea che mi frulla nella testa da due anni, ma ho bisogno di aumentare la mia esperienza nel disegnare situazioni e dialoghi per scrivere una storia che riesca a trasmettere tutte le emozioni che ho in mente.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Sarebbero tante di più, ma dovendo fare una scelta...

    Roxana, l‘amica rumena che mi ha raccontato una storia che mi ha fatto arrabbiare al punto da farmi scrivere il mio primo romanzo. Dopo questo evento ho capito che avevo tante storie dentro di me.

    Roberta, mia moglie, che mi ha deriso mentre scrivevo, ma poi ha detto che i miei romanzi gialli avevano buone idee e dialoghi credibili.

    Francesca, il mio editore, che mi ha accolto con gioia, avendo quasi paura che io rifiutarsi la sua offerta e per questo si è sottoposta a una chiacchierata di due ore con me non sapendo quanto sono logorroico. Non le ho mai detto, ma è stato proprio il suo agire con cautela che mi ha conquistato sin dalla sua prima email.
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    Alessio Del Debbio



    BERSERKR



    Sinossi

    Berlino, inizio del terzo millennio. La Guerra Calda è finita, gli Accordi dell’89 sono stati firmati e la città è stata divisa in sette zone, ciascuna assegnata a una delle antiche stirpi. All’interno della ringbahn vivono gli uomini, protetti dalla Divisione, incaricata di mantenere la pace e impedire sconfinamenti e scontri tra le stirpi. Misteriosi omicidi, provocati da sconosciute creature sovrannaturali, iniziano però a verificarsi in tutta la città, rischiando di frantumare il delicato equilibrio raggiunto. La Divisione incarica Ulrik Von Schreiber di indagare, aiutato dal pavido collega Fabian, ben sapendo quanto abbia a cuore il mantenimento della pace. Ma Ulrik non è soltanto un cacciatore, incarna lo Spirito Protettore della Città, l’Orso di Berlino, che non attende altro che liberare la propria furia.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore


    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Per leggere qualcosa di nuovo, che non sia il solito fantasy alla Tolkien. Per scoprire una Berlino diversa, più oscura, dove dimorano creature ancestrali di grande e selvaggia potenza. Per giocare con la storia, la mitologia e il folklore germanico. Per divertirsi con Ulrik Von Schreiber e seguirlo nelle sue notti brave.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Credo che “Berserkr” sia un urban fantasy originale, perché mescola storia e leggenda, giocando con entrambe e proponendo un mondo alternativo, dove le creature sovrannaturali sono note all’uomo, coesistendo entrambe alla ricerca di un equilibrio. Ecco allora che i luoghi simbolo di Berlino diventano qualcosa di più, assumono un loro significato interno alla storia, come Bebelplatz, la piazza in cui i nazisti bruciarono i libri proibiti, che diventa il luogo dove la Divisione ha bruciato i grimori e i libri delle streghe, o il Monumento alla Nazione, a Viktoriapark, dove sono scolpiti i volti di tutti i Protettori di Berlino, gli Orsi che hanno protetto la città. Il lettore può divertirsi a scoprire tutti i riferimenti a fatti reali, riadattati nella chiave fantastica del romanzo.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Scrivere è una necessità, è un bisogno, è aria da respirare per non boccheggiare nella grigia realtà quotidiana. Scrivere è divertimento, è piacere, è voglia di evadere dalla banalità di ogni giorno e creare mondi fantastici, dipingendoli con la fantasia. Scrivere, infine, è lasciare una parte di sé, un pezzo soltanto, un messaggio che ogni lettore coglie a modo suo e che spero gli ricordi di non essere solo, di non sentirsi solo.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata da due miei grandi amori: Berlino, la mia città europea preferita, dove vorrei vivere, e la mitologia, il folklore locale, in questo caso germanico. Così ho immaginato di dividere la città in settori, affidandone ciascuno a una stirpe sovrannaturale, e da lì la trama ha preso il via. Il lettore attento troverà tanti nessi con la Storia e il folklore tedesco, con i luoghi, le tradizioni e gli eventi della città di Berlino e (ma questa è una chicca solo per i miei affezionati lettori!) anche piccoli riferimenti ad altri miei libri.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Tendenzialmente sono piuttosto organizzato. Di solito parto dall’idea, la sviluppo aggiungendo personaggi, ambientazioni e dettagli, creando una scaletta dei vari capitoli, molto utile per tenere sempre sotto controllo la trama, soprattutto quando creo piani temporali diversi. Terminata la scaletta, e più o meno sicuro del finale, inizio a scrivere, e allora tendo a scrivere di getto, pagine dopo pagine, e a rileggere e correggere tutto nel finale. A volte mi capita di cambiare qualcosa rispetto alla scaletta originale, di spostare qualche scena o capitolo, per farli funzionare meglio, per cui il lavoro di programmazione è molto elastico e si adatta alla fase di scrittura.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    È sempre difficile raggiungere i lettori, ogni scrittore è una persona diversa, per cui ha il suo modo di relazionarsi. Di sicuro utilizzo internet, per promuovere il libro sui blog, siti e social vari, però prediligo sempre il contatto umano. Per cui ben vengano fiere, mercatini, presentazioni e eventi letterari, in cui posso incontrare i lettori e presentare il libro. Trovare un pubblico attento e curioso è importante, ti sprona ad andare avanti, ricordandoti di aver scritto (forse!) qualcosa di diverso dalla massa.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Nel 2018 uscirà “I figli di Cardea”, secondo capitolo della mia trilogia urban fantasy contemporanea “Ulfhednar War”, a maggio, in occasione del salone del libro di Torino. Inoltre uscirà una nuova edizione di un mio libro uscito in passato. E ovviamente sarò impegnato nella promozione di “Berserkr” e di “Ulfhednar War”. Orsi e lupi sono pronti a scatenarsi!

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Bella domanda. In questi casi ho sempre paura di lasciar fuori qualcuno, per cui aggiro l’ostacolo e vado sul sicuro: mia mamma, per aver sempre creduto in me, anche quando non ci credevo neppure io; i miei amici, perché mi sostengono sempre, anche con piccoli gesti, soprattutto con quelli; il mio editore, per aver accolto Berserkr nella sua casa. A suo rischio e pericolo! ^^
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    Andrea De Angelis



    Gli Spiriti Selvaggi



    Dark Intervista



    - Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Per leggere qualcosa di nuovo. Di originale e coinvolgente. Per addentrarsi in un mondo fatto di leggende, di avventure, di intrighi, in cui i personaggi si fanno largo ognuno con la propria storia e con i propri difetti che li spingono ad affrontare ogni situazione in maniera diversa. Personaggi imperfetti, che faranno del loro meglio, o del loro peggio, per cavarsela o per lasciare una traccia di ciò che sono. Ma soprattutto per viaggiare in un mondo nuovo, che non è mai stato esplorato prima e che catturerà il lettore per la sua profondità e vastità.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Il libro è un fantasy, ma non è tolkeniano, quindi non attinge necessariamente alla cultura celtica (anche se ci sono dei molti elementi, visto che la adoro!) e non ci sono le classiche creature che tutti conosciamo. I draghi (o meglio sendraghi e elemendraghi) hanno un ruolo importante nella storia, le altre creature... non voglio spoilerare troppo, ma di sicuro non le troverete da nessun'altra parte se non nei miei libri. Le ho studiate biologicamente e anatomicamente apposta per offrire qualcosa di nuovo. Il libro in sé per sé è uno studio di biologia, ma tratta anche argomenti politici e sociali che mi stavano a cuore. Anche i personaggi non sono facilemente etichettabili. Durante la lettura, sarà difficile decidere da che parte stare.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Quando ho trovato una storia e un'ambientazione che potevano essere originali, mi ci sono buttato a capofitto. Non credo che sarei riuscito a scrivere cose già scritte da altri. Il libro in sé non è solo un'avventura fantastica, ha un senso, un messaggio che credo sia importante e attuale. Quindi sia l'arte della scrittura sia la speranza di comunicare qualcosa di importante, e coinvolgente, mi hanno spinto a creare il progetto. L’ho circondato poi di altre iniziative di mia competenza, riguardanti musica, grafica 3D e illustrazione, cosa che lo rende, a mio parere, assai intrigante.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Ovviamente Tolkien, Brooks, Ryan, ma anche James Cameron, Geroge Lucas e Steven Spielberg! Nei libri c'è un po' di tutti loro. Da Indiana Jones, a Il Signore degli Anelli, fino ad Avatar.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo quando ho tempo! E vorrei averne sempre di più! Solitamente la mattina, ma vago sempre con i pensieri nelle Terre di Asha, perché ciò che si scrive prima si immagina.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?
    Sono scrittore, musicista, compositore, illustratore, pittore, scultore e grafico digitale. Quindi ho messo un po' di tutto questo nel progetto “Gli Spiriti Selvaggi”. Da illustrazioni e disegni, fino ad ambientazioni virtuali fruibili tramite PC o Smartphone. Il tutto perché ho sempre pensato a “Gli Spiriti Selvaggi” come una produzione cinematografica e quindi ho realizzato tutto quanto era meglio realizzare per rendere il progetto più coinvolgente possibile!

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Francesca Pace per aver creduto nell'idea e nel progetto, Valerio Lamartire per il lavoro fatto insieme, Stefano Mancini per la supervisione e Giacomo Ferraiuolo per il supporto. E poi tutte le persone che mi sono state accanto durante la stesura con passione e amicizia!
  7. .

    Giusy Moscato



    Kunoichi Sen il Ninja



    Sinossi

    Nel cuore dell'isola di Hokkaido sorge il villaggio di Kakushimura dove gli uomini si allenano per diventare i migliori ninja del Giappone. Per generazioni è stato così, finché non sono nata io, una donna, figlia primogenita di uno dei più importanti clan.

    Mi è stato imposto un nome maschile, mi hanno ordinato di celare il mio volto e mettere a tacere la mia voce. Ho dovuto allenarmi duramente, come un uomo, per diventare ciò che i miei antenati volevano che fossi.

    Mi chiamo Nakagawa Sen e sono un ninja.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Prima ancora di essere una storia d'azione, Kunoichi Sen è una storia d'introspezione. Ho lavorato molto sui sentimenti di una ragazza che non solo non viene accettata dalla società, ma a un certo punto non riesce neanche a capire lei stessa chi sia davvero. Credo sia una sensazione che noi tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita, quindi penso che tutti ci possiamo rispecchiare in qualche modo in Sen.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Kunoichi Sen è molto innovativo. È stato difficile dargli anche una collocazione di genere, un'etichetta. Non è un fantasy, tende più al genere d'azione, ma non solo. Credo possa essere più collegato al genere wuxia (per intenderci, i film stile “Bruce Lee”) di cui ho divorato decine e decine di film.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    È stato un bisogno. Avevo queste storie in testa e sentivo il bisogno di metterle su carta. Una volta iniziato a farlo non mi sono fermata e adesso sto male se sto qualche giorno senza scrivere.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Sono sempre stata affascinata dalla figura dei ninja. E sono sempre stata affascinata dal Giappone. Come dicevo prima, ho divorato decine di film sulle arti marziali grazie anche a mio padre che me li faceva vedere quando ero piccola. Inoltre, da piccola, ero “leggermente” fissata con le tartarughe ninja. Se poi aggiungiamo che il mio cartone Disney preferito è Mulan, capite bene che la storia è praticamente venuta da sola.
    Oltre questo, mi sono basata molto su me stessa. Le emozioni provate da Sen sono le mie, i suoi desideri, le sue paure vengono tutti da dentro di me.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Cerco di scrivere almeno qualche riga ogni sera. Il giorno sono sempre a correre con mille cose da fare, tra l'università e tutto il resto, ma la sera mi ritaglio sempre quei “cinque minuti” (che spesso diventano ore) per dedicarmi alla scrittura. Non è raro andare avanti a oltranza fino ad almeno l'una o le due di notte.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Ho la fortuna di avere una Casa Editrice alla spalle che si occupa della promozione a 360° con presenza in fiere, blogtour, segnalazioni, recensioni... Inoltre, ho un gruppo su Facebook dove sono costantemente in contatto con i miei lettori e cerco di seguire anche altri gruppi che parlano di libri, partecipando a giornate autore o alla giornate a tema. Poi cerco di essere presente fisicamente alle fiere, per quanto possibile.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Lo ero. Era una scelta dettata più dall'insicurezza della prima pubblicazione. Adesso sono nella scuderia della Dark Zone edizioni e non potrei esserne più felice. Il libro viene ogni minimo dettaglio e quello che prima mi sembrava un salto nel vuoto adesso sembra una gita in campagna con gli amici.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Tanti. Troppi. Finire la saga di Kunoichi Sen, sicuramente. Poi intendo al più presto completare e pubblicare la trilogia di Beauty and the Wolf, un dark fantasy nato quasi per caso ma che sta riscuotendo un discreto successo su Wattpad. Nel cassetto c'è anche riprendere un vecchio progetto e sistemarlo, e scrivere un'altra trilogia, stavolta un urban fantasy, a cui tengo molto, più altri progetti non ancora definiti. Insomma, c'è parecchia carne sul fuoco.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Solo tre? Okay, la prima in assoluto è Mamma Dark, Francesca Pace, che ha creduto in me quando ancora non ci credevo neanch'io. Poi la mia fedele beta, Melissa Pratelli che è ormai il mio braccio destro... e io il suo sinistro. E Marika Vangone che si innamora fin troppo dei miei personaggi, anche di quelli più sbagliati.
  8. .

    Melissa Pratelli



    I Figli di Danu




    Sinossi

    Penelope Lee Johnson ha sedici anni, una famiglia ingombrante e un desiderio: entrare a Oxford. Per questo, decide di trasferirsi in Scozia e frequentare una delle scuole più prestigiose del Regno Unito. Al suo arrivo, Lee conosce i MacIntyre, che appartengono a una ricchissima e misteriosa famiglia di Edimburgo. La ragazza instaura da subito un legame molto forte con loro. Un legame inaspettato che la spinge a indagare. Ciò che non si aspetta, però, è che il loro segreto affondi le radici in un lontano passato. E ancor meno che coinvolga anche lei. Lee dovrà quindi trovare il coraggio di riscoprire se stessa e sventare la minaccia che incombe su di lei.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Già, perché? Non sono la persona migliore per rispondere a questa domanda, in realtà, ma proverò comunque a spiegare cos’è il mio romanzo. I Figli di Danu: il richiamo è un paranormal romance, con elementi urban fantasy. Si tratta quindi di una storia d’amore, tra adolescenti, ambientata in un contesto urban fantasy, con elementi fantastici e sovrannaturali che richiamano alla magia e a ciò che è fuori dall’ordinario. Oltre a inserire l’elemento romantico e fantasy, però, il romanzo analizza anche il processo di crescita dei protagonisti, le loro insicurezze, debolezze e il modo in cui affrontano le difficoltà, sia quelle “normali” che quelle prettamente sovrannaturali. Diciamo che si tratta di uno dei miei soliti esperimenti di genere che spero piaccia proprio per la sua particolarità.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Come dicevo poco fa, il romanzo rispetta le caratteristiche del genere a cui appartiene, concentrandosi però anche sull’aspetto quotidiano della vita dei protagonisti. A differenza della grande maggioranza di romanzi urban fantasy che parlano di creature come licantropi, vampiri, angeli caduti e simili (che adoro, tra l’altro), I Figli di Danu parla di mitologia celtica, di divinità pagane, di mutaforma e di una maledizione. La magia all’interno del romanzo è una magia naturale, legata al creato e alla capacità della protagonista di entrare in contatto con queste forze già esistenti e di dominarle con il controllo delle proprie emozioni. Credo che questi siano gli elementi più innovativi del romanzo.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    La necessità, la voglia di viaggiare, di uscire dalla mia pelle, di provare cose nuove, e la fantasia, quella che non mi è mai mancata e che doveva necessariamente trovare una valvola di sfogo prima o poi. All’inizio ho cominciato per “evadere”, più per me stessa che per la reale intenzione di far leggere a qualcuno la mia storia. Poi, però, scrivere è diventato un bisogno ed eccomi qua!

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata un po’ per caso, in verità. Ho cominciato a scrivere senza sapere bene dove stavo “andando a parare”, l’unica cosa di cui ero certa era che sarebbe stata una storia fantasy, il genere che per primo ho amato come lettrice. I Figli di Danu: il richiamo è stato il primissimo romanzo che ho scritto, la mia prima vera prova come “autrice” e sono molto contenta di potergli dare una nuova occasione con una casa editrice. A ispirarmi sono state, come sempre, le mie passioni. Di qui l’ambientazione scozzese, gli usi e costumi di quel paese e le leggende, i miti celti da cui sono sempre stata affascinata. Come accade spesso, insieme a una buona dose di fantasia, i personaggi portano su di sé una parte di me e del mio vissuto.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Dipende da quanto tempo ho, da quanta ispirazione ho e da quanto i personaggi “spingono” per uscire. Sembra strano da dire, ma spesso sono davvero insopportabili, specie quando si impongono nei momenti meno opportuni pretendendo di essere scritti.
    Di solito scrivo in maniera istintiva, ho in mente la trama a grandi linee, ma le singole scene, a volte interi capitoli, vengono fuori sull’ispirazione del momento. Per questo, spesso, faccio anche dei salti in avanti, scrivendo scene che fanno parte di un momento successivo della storia. Ogni volta che ho un’ispirazione devo metterla su “carta”, poi la tengo da parte fino a che non arriva il momento (nella cosecutio della storia del romanzo) di collegarla al resto. Non programmo mai una storia, non ho l’abitudine di fare schemi, o organizzare in alcun modo la stesura.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    I miei strumenti principali sono i social: gruppo e pagina facebook, spam nei gruppi seguendo i calendari settimanali, card, banner e immagini con estratti dei romanzi e poi, ovviamente, recensioni e segnalazioni da parte dei blog. Altro strumento utile sono le giornate autore che ti permettono di interagire direttamente con i potenziali lettori. Inoltre, grazie alla mia casa editrice, partecipo alle fiere di settore con la versione cartacea delle mie opere.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Non sono self-publishing, lo sono stata, ma ora non più.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Tanti, forse troppi! Ho già in stesura diversi progetti (sì, scrivo più cose in contemporanea) tra cui due spinoff, un nuovo romance, il proseguo de I Figli di Danu e un altro urban fantasy. Onestamente non so su quale mettere le mani per primo!

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Giusy Moscato, la mia beta e co-amministratrice, Francesca Pace che ci crede sempre e tutto il mio meraviglioso gruppo facebook.
  9. .

    Rob Himmel



    Le Lame Scarlatte



    Sinossi

    L’equilibrio è stato infranto. I pezzi sono sulla scacchiera. Il gioco del potere è cominciato… e reclamerà sangue.

    Quando Lynx, il più celebre assassino di Ganderia, fa ritorno nella capitale dopo dieci anni di assenza, gli equilibri di potere vengono infranti. Le otto organizzazioni che gestiscono nell’ombra la vita della città abbandonano il loro torpore e ricominciano a tessere intrighi. Re Nuldest è disposto a qualunque cosa pur di scoprire perché, dopo tutto questo tempo, l’uomo sia ricomparso in città e non esita a mobilitare l’Ordine. Ed Eel non esiterà a rincorrere il suo sogno: divenire il miglior assassino della storia, facendosi un nome sulla pelle di Lynx… Persino Regina è pronta a calare le sue carte. Il gioco degli intrighi è cominciato. Chi trionferà?

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché il romanzo presenta un ventaglio di personaggi variegati, nudi e crudi, molto umani. Ci saranno svariati colpi di scena, intrighi e inganni, insomma un romanzo dal ritmo veloce, difficilmente noioso, dove si procede spediti verso le esplosioni finali. Ma non mancano spunti di riflessione personali, difatti i messaggi che tento di trasmettere sono diversi, per ciascun protagonista, e riflettono molto temi attuali, odierni. Tutti ci perdiamo nel rincorrere ciò che desideriamo senza renderci conto che spesso perdiamo e calpestiamo le cose/persone più importanti.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Gli elementi di continuità sono sicuramente gli intrecci narrativi tipici nelle lotte di potere, gli intrighi di corte e oltre, così come un protagonista tormentato da una perdita che grava sulle sue spalle. Innovativo, o almeno secondo me, poiché per qualcuno che magari ha letto qualcosa che io non conosco potrebbe non esserlo, è la presenza di assassini perfettamente legalizzati e riconosciuti nel contesto cittadino, assieme alle altre organizzazioni che fungono da ingranaggio per la capitale del regno.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Amo scrivere. È il mio sogno da anni. Ho sempre creato giochi da tavola, storie con la lego fin da bambino. Mondi e creature durante 12 anni di sessioni in D&D come Dungeons Master. Insomma ho sempre avuto il piacere di inventare e spaziare, e sempre in ambientazione fantasy. Così, un’amica rincontrata dopo 10 anni, nel 2010 mi disse: “perché non scrivi un romanzo? Oggi non è poi così difficile”. Quel calcio mi ha buttato in questo mondo che amo sempre di più… quindi, se non vi piace ciò che scrivo, sapete a chi dare la colpa ahahaha.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata da un invito via email a partecipare al torneo IoScrittore, così, di punto in bianco e in volata, ho deciso di aderire. Due giorni per ideare lo scheletro e un mese per scrivere la storia. A freddo, è stata una vera e propria scommessa. Poiché nel torneo partecipano tutti i generi, e spesso il fantasy classico viene scansato subito, volevo raccontare una storia che si basasse sui personaggi e sugli intrighi, con spruzzate fantasy che però non invadessero eccessivamente la trama. Qualcosa che mi ha ispirato è stato il film John Wick, che lo rividi per la seconda volta un sabato sera e decisi di voler un personaggio simile, da lì nacque Lynx. Poi, la storia si è evoluta per conto suo, così come i personaggi, discostandosi di molto dalla mia idea iniziale, cosa di cui sono felice.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Nel male della mia disoccupazione, scrivo in maniera continua e organizzata. Mi sveglio, faccio colazione, prego, leggo due capitoli della bibbia e mi metto davanti al pc. Guardo gli annunci di lavoro, invio qualche CV e poi scrittura fino alle 18/19, ovviamente mangio eh, mai sia che salto qualche pasto, morirei ahaha.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Vere e proprie strategie non ne ho, conosco ancora poco questo mondo e devo imparare a muovermi. Quel che faccio è creare un booktrailer suggestivo che rispecchi a pieno il romanzo, poi delle card con estratti e gioco molto sulla grafica, dilettandomi con photoshop. Tutto questo lo condivido nei social, nei vari gruppi e sulle mie due pagine e unico profilo. Tutto qui, nulla di che. Confido di più nel passaparola, è secondo me la cosa migliore, così come le recensioni oneste dei piccoli blogger. E poi ho la mia buona CE che fa il resto.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Tanti, ma davvero tanti. Ho il cervello che va per conto suo ed elabora anche cose non desiderate e progettate. Diciamo che per adesso cerco di farmi conoscere con Le Lame Scarlatte, poi uscirò ad aprile 2018, pubblicato dalla DZ Edizioni, con il primo volume di una tetralogia: Il Tempo dei Mezzosangue. Questo romanzo rappresenta il mio vero inizio perché lo scrissi 7 anni fa, il primo libro, anche se sarà pubblicato come secondo. Per il resto ho già tanti scheletri costruiti per altre saghe e autoconclusivi.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    In primis Francesca Pace, proprietaria della DZ Edizioni che sta credendo in me, realizzando il mio sogno, continuando a ripetermi “sta tranquillo” ogni volta che la stresso con le mie domande ahahaha.
    Poi Stefano Mancini, divenuto per me un mentore da cui sto attingendo tutto ciò che posso per crescere e migliorare, poiché trovo il suo modo di scrivere sublime, nonché una persona molto professionale, rispettosa e umile.
    Inevitabile ringraziare la mia compagna che mi sta accanto e sostiene in tutto e per tutto, mi sopporta con un sorriso divertito quando le espongo ciò che voglio scrivere, mi incoraggia e consiglia quando mi faccio prendere dalle mie paure.
    Bonus, sforando i tre ringraziamenti, ma ci tengo troppo, ringrazio Dio perché, qualunque sia il mio percorso tortuoso, in Lui trovo forza e speranza, sempre. Inoltre mi da la capacità di trarre sempre del buono da ogni mia esperienza, anche le più negative. Questo mi permette di maturare giorno dopo giorno, sperando di essere una persona migliore ahahah. Questo sta agli altri dirlo.
  10. .

    Silvia Carbone
    Michela Marrucci



    Il Tormento del Marine



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    Sinossi

    Ashton Davis non si è ancora rassegnato alla morte della moglie e non riesce a dimenticarla. L’amore che non può più donarle lo rende ancora più deciso a fare di tutto per assicurare il meglio al figlio Chris per regalare un po’ di pace a sua sorella Bree, reduce da mesi di prigionia nella foresta colombiana.
    Ma quando Izar, lunghi capelli corvini e carnagione olivastra, bussa alla porta di casa Davis per candidarsi come babysitter di Chris, l’equilibrio che Ash crede di aver raggiunto va in frantumi. Izar e Ash dovranno fare i conti con la prorompente attrazione fisica che c’è tra loro e lottare insieme per proteggere la vita dei loro cari.
    Nel terzo romanzo della serie Destini Intrecciati, Silvia Carbone e Michela Marrucci ci regalano una storia vibrante e sensuale.

    Dark Intervista


    Lasciamo la parola alle Autrici:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Bella domanda a cui faccio fatica a rispondere. La risposta sarebbe “perché è figo!”, ma poi ci rendiamo conto che è solo un commento di parte. Quindi ci limiteremo a dire che nel romanzo “Il tormento del marine” abbiamo cercato di dare spazio ai sentimenti di Ashton che combatte contro la morte prematura della moglie. L’amore per i suoi fratelli, Colin e Breanna, lo aiuteranno a superare questo momento molto difficile. Un tormento che lo accompagna da troppo tempo. L’amore è alla base di ogni nostro romanzo ma si affiancano anche sentimenti come l’amicizia, l’amore per la famiglia e l’affiatamento fra colleghi. Ma la passione è la vera protagonista, e non parliamo solo di quella sessuale perché i nostri personaggi sono sempre emozionanti in tutto quello che fanno.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    La serie dei “Destini Intrecciati” è una saga che racconta la storia di diversi Top Gun della base di Miramar, San Diego, legati tra loro da legami molto speciali. In questi romanzi si parla d’amore ma anche di famiglia, di perdite e di ritorni dolorosi. Callhan e Joe, Colin e Lizzy, Ashton e Izar e infine Travis e Breanna sono legati tutti da un evento successo anni prima che, per uno strano scherzo del destino, li legherà anche nella vita in modo duraturo.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    La nostra scrittura a quattro mani è iniziata come un gioco, una sera d’estate. Volevamo scrivere qualcosa ma per diversi motivi ci siamo sempre trattenute nel farlo. Alla fine quella che è iniziata come un sogno da realizzare ci sta anche regalando grandi soddisfazioni.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La trama è nata un po' per volta ed è diventata così complessa solo negli anni. Noi siamo della generazione di Tom Cruise nel film “Top Gun”. Volevamo parlare di marines e a quel punto è venuto spontaneo cadere sul discorso dei Top Gun di Miramar.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Il lavoro è diviso in base ai nostri impegni. Michela tende a scrivere di giorno mentre Silvia la sera. Il nostro lavoro è organizzato fin dal principio. Dopo aver scelto la trama, creiamo la scaletta dei capitoli e iniziamo a scrivere. Una cosa che teniamo sempre a specificare è che ogni capitolo è visto e scritto da entrambe. Nessun capitolo è stilato solo da una, ci completiamo nel modo migliore lavorando in questa maniera.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Noi, purtroppo, non abbiamo molto tempo per stare dietro ai social. Tutto quello che facciamo lo ritagliamo nei nostri tempi morti sperando che i blog con cui collaboriamo capiscano che non riusciamo a essere sempre presenti. Abbiamo una pagina autore e contiamo anche sulla pubblicità che ci fa la Ce all’esterno del cyber spazio. Cerchiamo comunque di promuovere sempre i nostri romanzi, con giornata autore, giveaway e tanto sul passaparola dei nostri lettori.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Stiamo scrivendo un nuovo romanzo, ma per il momento non possiamo dire molto perché deve essere vagliato da una nuova casa editrice con cui speriamo di lavorare.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    In primis Veronica Pigozzo. Lei ha iniziato quest’avventura insieme a noi facendoci da editor.
    Francesca Colletti che è la responsabile della Collana Youfeel di Rizzoli, ha creduto in noi come nessuno aveva mai fatto.
    Le Blogger in generale. Alcune di loro sono state veramente meravigliose con noi.
  11. .

    Edvaldo P. Scatolone



    LA BALLATA DI ELISBRA



    La Caduta di Iperione



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    Sinossi

    La Ballata di Elisbra narra della guerra appena scoppiata tra i regni del Continente di Patavium. Dopo un secolo di silenzio, i Maghi si radunano e marciano al tramonto rosso, sotto le bandiere viola di Ofiuco, in quella terra ove le stelle si spengono una ad una, sopra un mare freddo e nero. Si ra-dunano i Maghi, tra le grigie colline e le bianche cime innevate del Centro, e nei dorati campi asso-lati delle Terre Libere. Il vento gelido del Mare Orientale non gela loro il sangue; il caldo soffocante delle colline vicine al Bacchiglione imperla loro la fronte, ma non li fa desistere. Marciano i Maghi, assieme ai Pirati, per imporre l’Unico Regno, e dalle profondità più oscure, che li hanno tenuti celati sinora, son desiderosi di ricordare ai popoli di Elisbra la crudeltà delle loro spade. La conquista di Iperione e delle terre settentrionali del popolo degli Orsi non sazierà la loro brama di dominio e malvagità.
    Gli Elisbardi, gli abitanti del Regno più grande e meridionale di Patavium, non sono pronti. Non sanno che guerra li attende. Non sanno che perderanno la città simbolo del loro Regno: Iperione, città da dove Antenore, loro mitico fondatore, era partito alla conquista delle Terre del Sud. Lava di distruzione colpirà le loro terre e metterà alla prova le loro dodici gilde, rappresentanti di una su-premazia militare finora mai sfidata così impunemente. Ed ora che i venti della guerra soffiano così forti, il Re degli Antenorei ed i suoi Paladini saranno capaci di porre un freno ad una tale invasione? Sicuramente, in questa guerra, Gattamelata, Paladino del Caprapesce, Minotauro, Paladino del Toro Rosso d’Occidente, e Airton, Paladino del Montone Bianco, oltre che inseparabili amici, saranno compagni di epiche battaglie dove potranno dimostrare che c’è, nonostante le sconfitte, ancora tanta forza e coraggio sotto i vessilli Elisbardi.
    Razim, discendete di Ottolizi, Signore del Centro, regione al centro della Terra di Alioth, casa del popolo degli Orsi e regno occidentale di Patavium, perdute Orsovalorum e Tibidomine, scenderà in guerra per evitare il tracollo della sua gente e per dare ancora gloria alla sua potente famiglia. Le battaglie e le insidie di una guerra a lungo temuta lo convinceranno a cercare aiuto reciproco con i vicini Elisbardi, antichi rivali, resi ora amici dalle vicissitudini. Sarà vitale per Razim, per Alioth, per gli Orsi tutti il trattato di non aggressione che stipulerà con gli Uomini del Sud, ancora scossi dalla perdita di Iperione. Ma Razim sarà anche costretto a cavalcare verso Occidente, verso il caldo Mare Occidentale, per convincere l’Orso del Mare ad appoggiarlo. Per quanto siano forti e valorosi, gli Orsi del Centro non possono bastare a fermare Maghi e Pirati, e Razim questo lo sa.
    Orlando, Cavaliere degli Arim, troverà l’amore, ma la guerra lo allontanerà da esso, perché la sua amata Ambra, Paladina del Felino di Fuoco e fedele a Elisbra, non si fida di lui, soprattutto ora che l’insidia dei Maghi farà dubitare di tutto. In lungo e in largo, Orlando percorrerà Patavium, ese-guendo gli ordini del suo Re che da Torresino, capitale della Terra di Arim, governa sul regno più orientale di Patavium. Oltre l’amore, il cavaliere dai capelli azzurri, scoprirà nel cuore della sua gente un desiderio di rivalsa non ancora sopito nei confronti degli Elisbardi, artefici delle loro ultime cocenti sconfitte. La caduta di Iperione non farà che accelerare le future mosse militari degli Uomini della Balena, pronti ad approfittare della situazione caotica imperversante nel regno di Elisbra. No Orlando, non potrà dimenticare i tempi in cui i cavalieri degli Arim, vittoriosi ed addobbati di festose ghirlande, portavano al galoppo verso il Sud le eleganti alabarde. Il sogno di dominare Patavium non può conoscere posa, non può conoscere tramonto alcuno, e sulle rive ghiacciate del Mare Orientale, sferzati dal ghiaccio e dalle ristrettezze di un regno poco esteso, gli Uomini della Balena preparano la loro vendetta.
    Ma nessuno di loro sa che nelle Terre Libere, dall’alto delle solide mura di Contarini, un grifone blu su campo verde e oro veglia ed aspetta nell’ombra. Non a caso il grifone blu spinge Orsi ed Elisbardi ad allearsi, ha un piano preciso il grifone Blu, simbolo del Principe di Contarini. Troppo a lungo il grifone blu ha vegliato sui suoi bei campi. Ha vegliato nella notte più cupa, sotto la pioggia inces-sante e violenta, sotto la neve gelida e sferzante come lama. Ora che il suo sguardo si è voltato, quel grifone sa in quale direzione volare rapace.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore:

    ▪ Perché una lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Un lettore dovrebbe leggere il mio libro innanzitutto perché è un avventura un po’ particolare in un mondo fantastico incerto dove più forze si scontrano ma dove niente è del tutto scontato. Dovrebbe sicuramente leggerlo se ama il genere fantastico, le leggende ed i miti, i personaggi del libro infatti sono un mix di mondi mitologici differenti che si incrociano nel mio mondo in un amalgama piuttosto riuscita. La storia incuriosisce, per i nomi e soprannomi originali, per le ambientazioni mediterranee fatto non scontato per un fantasy. Può sembrare intricato seguire tutti i vari personaggi ma il lettore individua fin da subito i quattro personaggi principali, ciascuno per fazione, e la scrittura è molto leggera e scorrevole, anche i momenti più drammatici e o cruenti sono comunque di lettura fruibile per tutti.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Per quanto riguarda la continuità con la tradizione, il libro, come i suoi personaggi, è velato di un romanticismo un po’ decadente, i riferimenti letterari sono infatti Tolkien, Asimov e Il Trono di Spade e pertanto essendo un fantasy non può che inserirsi in una dimensione romantica del rimpiangere il passato e la sofferenza del presente. Si distacca molto invece per la narrazione veloce e focalizzata in blocchi di eventi che via via vedono protagonisti i vari personaggi, quest’aspetto è ovviamente preso più da una narrazione in stile anime/manga dove il lettore vede il riproporsi di determinate sequenze lasciando a lui la libertà di fantasticare o teorizzare cosa stia succedendo nel contemporaneo della scena che legge. Anche la descrizione di alcuni passaggi chiavi della narrazzione possono apparire sbrigativi ma è fatto apposta per tenere alta la tensione del lettore, molte azioni non sono come sembrano e molti personaggi non sempre aderiscono completamente alla propria fazione o missione, a ben leggere però i protagonisti, più o meno esplicitamente, fanno intendere sempre le proprie azioni.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Mi ha spinto a scrivere sicuramente la voglia di provare a stendere alcune idee che avevo in testa per dargli spessore e profondità. Una forte curiosità nel vedere dove poche righe, iniziate chissà quanto tempo, potevano portare e potevano significare.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Le fonti di ispirazioni in realtà potrebbero essere abbastanza infinite perché la storia un po’ l’avevo già in testa, un po’ è venuta da sola scrivendo e un po’ si incastonata per completare il tutto. E’ un progetto che viene e trae fonte d’ispirazione dalla mitologica classica, quella norrenna e dalla mitologia del mio paese di origine, il Brasile. Se dovessi scegliere, in particolare, i riferimenti e le ispirazioni sceglierei sicuramente loro:

    Musicali

    Giovanni Lindo Ferretti – Brandruardi – Blind Gaurdian

    Anime

    Saint Seiya I Cavalieri dello Zodiaco – Kenshiro – Gundam

    Film / Serie tv

    Il mestiere delle armi – Il trono di Spade – Star Wars – Il Signore degli Anelli

    Letterari

    Dante – Tolkien – Asimov – Garcia Marquez – G.R.R. Martin - Coelho

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo in modo organizzato solitamente: scrivo, riscrivo, correggo, aggiungo. Nella scrittura mi posso definire abbastanza metodico, diciamo che per quanto riguarda l’ispirazione capita spesso di pensare o immaginare potenziali strofe da aggiungere di qua o di là nel libro. La classica lampadina che mi si accende nelle più disparate occasioni. Più in generale quando scrivo è un essere al fianco dei miei personaggi, ed essere come loro il primo dei re o l’ultimo degli scalpellini del mio mondo, come loro devo trovare soluzioni agli eventi che stravolgono il mondo e sentirmi turbato quanto loro o sollevato quanto loro. In un certo senso si può dire che i personaggi e i fatti narrati rispecchiano alcune parti della mia personalità.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Ho puntato su facebook con una pagina interamente dedicata dove periodicamente pubblico frasi o spunti del libro. Successivamente mi sono iscritto ai principali portali di selfpublishing : Il Mio Libro Kataweb e

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Ho scelto il self publishing inanzitutto perché da la possibilità abbastanza istantanea di poter accedere al vasto mondo di internet permettendo quindi una visibilità che va oltre a quella della cerchia di amici e conoscenti. In un mondo sempre più interconnesso e sempre collegato è una possibilità in più di farsi conoscere ed apprezzare anche da persone, che vista la lontananza fisica, sarebbe impossibile interagirci.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Finire il secondo ed il terzo, magari trovando un editore interessato e proseguire con altre idee e storie che ho in testa.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Devo ringraziare un po’ tutto il mio ambiente che mi ha sostenuto e spinto, in particolare Andrea per le mappe del mio mondo e la copertina, Carolina per la seconda copertina, Clara per le infinite riletture insieme e tutti coloro che mi sono venuti a conoscere nelle fiere che ho fatto.
  12. .

    Simona Diodovich



    Toulane
    la Farfalla



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    Sinossi

    Il villaggio degli Alphen fu distrutto in poche ore da Hammer e i suoi seguaci. Solo una bambina si è salvata da tutto ciò. Come unica superstite è stata accolta dai Loriann, per poi essere definita da tutti la Bambina Maledetta.
    La vita non è facile in un posto dove vivono solo soldati pericolosi. Ciò che non si capisce fa paura e Toulane è temuta da tutti. Gli abitanti hanno il terrore di sfidare gli immortali, tenendo tra la loro gente, una bambina come lei senza sapere come scampò al massacro.
    La odiano e non la vogliono lì con loro, finché non arrivano gli dèi a distruggere il loro mondo. Loth è sotto attacco e i nemici sono potenti. Cosa può fermare l’avanzata degli eterni? Dicono che la portatrice di luce viva sul loro pianeta, solo lei può contrastare la potenza dei nemici capricciosi, arroganti ed egoisti. Toulane la Farfalla è l’unica che può sconfiggerli e lo farà, per amore di poche persone.
    Benvenuti su Loth, i Loriann ne sono parte integrante, sono guerrieri formidabili, dal fuoco del desiderio sempre acceso.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Oddio! La domanda più difficile di tutte, odio pubblicizzarmi.
    Mi piace scrivere cose diverse dagli altri, se il mondo dell’editoria va a destra è sicuro che mi troverete a sinistra anche con ciò che sembra simile agli altri. Per cui, se avete voglia di qualcosa di diverso perché avete il blocco del lettore, allora leggete un mio libro. E così sembro presuntuosa :D

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Innovativo in un mondo passato… chissà. Si dice che le storie non sono mai nuove, è il modo di raccontarle che le rende tale. L’epic-fantasy ha sangue, sesso, guerre e grandi battaglie, e anche qui lo troverete. In più c’è una storia d’amore delicata in un mondo di neve rosso sangue. Gli dèi sono da tradizione… come lo è l’amore per la famiglia e per chi si ama.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Avevo mille idee in testa, tramutarle in fumetto diventava proprio lungo. Ho trovato un modo migliore di svuotare la mia mente. Hai presente il pensatoio di Silente? Ecco, i miei pensieri sono finiti nei libri, così io non ci penso più e non intaso il resto del mio cervello. È un’esigenza.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Tutto ciò che io vedo è fonte di ispirazione. Una frase, un’immagine, un suono. È sempre così, e poi da lì ricamo una storia.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo tutti i giorni se riesco. Se mi fermo è perché devo disegnare o correggere un libro. Ma se non scrivo, prendo appunti. Scrivere ormai fa parte della mia vita tanto quanto il disegno.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Sono una frana, mi sgridano sempre perché io li pubblicizzo poco i libri. Non disturbo, non pubblico tante frasi del libro, nei gruppi lo faccio pochissimo, uso instagram e la sponsorizzazione di facebook.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Arrivo dalle CE. A meno che non mi portano all’estero, preferisco self che mi organizzo a modo mio, faccio le cose da sola, gestisco tutto. Però io lavoro nelle case editrici da 29 anni, questo fa molta forza sul mio lavoro.

    ▪ Progetti per il futuro?

    A parte i tre libri in cantiere? Sono andata in una scuola con 150 bambini a parlare del mio libro per bambini sul bullismo, credo sia stata la più bella esperienza della mia vita. Vorrei insegnare a loro disegno e scrittura creativa. Mi piacerebbe molto

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Filomena Cecere, Therry Romano, me.
  13. .

    Giacomo Ferraiuolo



    NORA



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    Sinossi
    Un omicidio irrisolto, una donna rinchiusa in un ospedale. Nora, prigioniera della sua stessa mente cerca di essere libera da un passato macchiato di sangue che non riesce a dimenticare. Troverà nell'infermiere Christian un amico fedele a cui confidare l'orrore celato nel profondo. Un orrore che striscia ancora tra le ombre della casa di Nora. Un orrore che cerca di uscire da quelle mura. Nessuno è più al sicuro. Lei li aveva avvisati. Sarà compito di Christian scoprire cosa c'è di vero nelle farneticazioni della donna e cosa è invece frutto della follia. Cos'è successo veramente a Nora in quella casa? È possibile conoscere fino in fondo chi ci sta attorno? Una storia di pazzia e dolore, di morte e paura, che porterà a una verità ancora più cupa e terribile.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Ciao, e grazie per quest’intervista! Perché un lettore dovrebbe leggere il mio libro? Per abbandonare la realtà durante la lettura. Per immergersi in una realtà che potrebbe appartenerci ma che nasconde insidie. Per sedersi di fianco il letto di Nora, o sul dondolo di Angela e ascoltare queste storie macchiate di pazzia e dolore, e cercare di capire chi ha ragione. Se la povera Nora, sbattuta in un letto di un ospedale sotto sedativi, o se le vicine pettegole. Il lettore si troverà così in prima linea durante la letture e spetterà a lui decidere chi ha ragione.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Ormai con la parola horror viene associato lo splatter e gli spargimenti di sangue. Beh, non che in Nora non ci sia sangue, anzi, alcune scene sono anche forti, ma tendo a dar più spazio all’aspetto psicologico dei personaggi. A parte il buio e le ombre, che in questo romanzo hanno uno parte importante, credo che ciò che possa far più paura al lettore è pensare che la nostra vicina, o la vecchietta all’angolo della strada, o perché no, nostro zio, possano nascondere un segreto mortale. La cosa più spaventosa è che i mostri sono dentro di noi, e anche dentro casa nostra, il luogo che reputiamo più sicuro.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Era l’estate scorsa, un caldo infernale, un periodo molto nero e la voglia di scrivere un racconto che fosse una critica ai pettegolezzi e ai pregiudizi. Poi, man mano che continuavo con la stesura i personaggi hanno cominciato a bisbigliarmi delle cose… e da lì è nato il romanzo Nora.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Vivo in una piccola realtà, e tutti conoscono tutti, tutti giudicano tutti e parlano di tutti. Ma queste persone giudicate e lasciate agli angoli delle strade, cosa nascondo? Come è stata la loro vita? Il pazzo svitato che gira per la mia città che urla, cosa lo ha ridotto così? E se le visioni che ha sono reali? Da tutto questo è nata la storia.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Quando sento la storia dentro di me sono capace di staccarmi dal pc solo per il lavoro, e per fumare e bere caffè, tutto il resto passa in secondo piano. Non seguo nessuna scaletta, in quanto sono disordinato di mio. Il solo pensiero di seguire un ordine mi stuferebbe. La scrittura è Arte no? E allora l’Arte deve essere uno sfogo. Ovviamente dopo la prima stesura, scritta di getto, lascio riposare tutto e dalla seconda lettura butto giù una scaletta dove appunto cosa ampliare e cosa sistemare. Se comincio a scrivere qualcosa e non mi sento di viverla significa che non funziona, ho diversi progetti iniziati, con già tutta la storia (fine compresa) pronti (nella mia testa) ma non scritti perché non ho sentito che mi appartenesse ancora a tal punto di poterla tradurre in parole. E quando succede come faccio?
    Passo una o due settimane a pensare in continuazione a quella storia, a immergermi nel personaggio principale, a provare le sue emozioni, le sue paure, un po’ a pensare come lui e poi ecco… la storia la sento mia, posso scriverla.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    I social network, Facebook, Instagram, Twitter, i canali della DarkZone e i bloggers. Ogni canale ha un suo bacino di utenze che possono essere interessate al mio prodotto. Il segreto è quello di riuscire a vendere il proprio romanzo come qualcosa di imperdibile. E come? Ah, se lo sapessi ora sarei ai primi posti del New York Times!

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    No, non sono un Self, o meglio, lo sono stato, ma da quando sono entrato nella famiglia della DZEdizioni ho notato una visibilità nettamente superiore. Basti pensare che grazie al supporto della DZ ho fatto sold out a tre fiere diverse, l’ultima Torino, e da Self quando avrei potuto farlo?

    ▪ Progetti per il futuro?

    Ah, troppi, tantissimi! Vi faccio uno spoiler: uscirà un libro che si ricollegherà a Nora, ma tranquilli, Nora è autoconclusivo. Non è uno spin off, non adoro molto spin off e cose simili in quanto le reputo mosse commerciali (e fu così che tra un anno uscì lo spin off di Nora ahahah), ma è una storia che andrà a scavare ancora più a fondo della verità che ci ha portato a conoscenza Nora. Non dico altro, ma leggere Nora non implica leggere quest’altro, o viceversa.
    Altri progetti, un romanzo che è in fase di lettura come bozza, e tengo moltissimo a questa storia e poi… chissà :D

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Mia mamma, ciao mamma! Ahaha, scherzo!
    Francesca Pace, che senza di lei non avrei mai potuto realizzare il mio grande sogno; la DarkFamily, ragazzi grazie di esserci SEMPRE e COMUNQUE… e il mio Angelo Oscuro.
  14. .

    Melissa Pratelli


    DILLO ALLA LUNA



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    Sinossi

    A diciotto anni, Raine Anderson ha già smesso di credere nell’amore. Nel suo passato si cela una terribile esperienza che l’ha segnata profondamente, rendendola incapace di fidarsi degli altri.
    Negli ultimi due anni, Raine si è chiusa in casa, si è chiusa in se stessa, ha chiuso il proprio cuore.
    L’amore, però, non ha smesso di credere in lei e si manifesta sotto le spoglie di James Collins, diciannovenne bello e spigliato e fermamente intenzionato a fare breccia nella sua corazza.
    Ma Raine è davvero disposta a credere di nuovo o il dolore che ha vissuto sarà più forte dell’amore?

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Perché è una storia d’amore intensa, profonda, dolce e passionale. Questo romanzo tratta alcune tematiche tristemente attuali come il bullismo, l’autolesionismo, la malattia. I protagonisti cercano di superare situazioni difficili facendosi forza dell’amore che provano l’uno per l’altra. Insieme, riescono a rimanere a galla, a rimettersi in piedi, ad andare avanti nonostante gli ostacoli e i dolori che la vita pone sulla loro strada. Questo è un po’ il messaggio che voglio traspaia da questa storia.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Continuità con il genere… sicuramente ci sono tutti gli elementi del romance: una ragazzo e una ragazza, una storia d’amore, momenti divertenti alternati a momenti più intensi. Non so se ci sia qualcosa che possa essere definito “innovativo” posso dire però che tratta tematiche molto delicate e importanti e spero possa trasmettere un messaggio positivo a tutte quelle persone che si rivedono nella situazione di Raine o di James.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Avevo bisogno di farlo. È sempre una necessità per me; quando i personaggi cominciano a delinearsi nella mia testa e cominciano a parlare, a quel punto è praticamente impossibile ignorarli. Come dice la mia beta, una volta che gli hai dato un nome e li hai messi in un luogo, sei fregata!

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata pian piano, poco per volta in modo del tutto naturale. Non sono partita con un’idea precisa in mente (come sempre), ma nel momento in cui ho cominciato a delineare il carattere dei personaggi e il loro vissuto, è scattato qualcosa che ha dato vita a tutto il resto. La storia di due ragazzi innamorati si è trasformata in una storia di coraggio, rivincita, rinascita.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo quando posso e quando ho la spinta giusta per farlo. Purtroppo capita di avere la spinta ed essere troppo stanca o di avere tempo ma zero ispirazione (penso che tutti i colleghi autori mi capiscano). Non procedo secondo uno schema, nemmeno per quanto riguarda la trama, mi lascio trasportare da quello che vogliono i personaggi e dalla direzioni in cui mi spingono loro.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Uso le strategie che credo usino un po’ tutti gli autori: faccio pubblicità nei gruppi seguendo il calendario e cercando di diversificare sempre i post per proporre nuovi estratti ogni volta, chiedo segnalazioni e recensioni ai blog, ho una pagina autrice e un bel gruppo che sta pian piano crescendo e che mi dà tantissime soddisfazioni, in primis la possibilità di confrontarmi con le lettrici. Quando posso, cerco anche di essere presente alle fiere a cui partecipa la mia casa editrice.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Lo sono stata per mancanza di fiducia nelle case editrici, ma poi ho trovato la mia famiglia e ora pubblico con la casa editrice più cazzuta del mondo!

    ▪ Progetti per il futuro?

    Tanti, troppi! Ho in cantiere la saga urban fantasy I figli di Danu, un nuovo urban fantasy a tema angeli, un nuovo romance e due spin-off dei romance già pubblicati, più una milionata di idee che mi appunto ovunque. Non sia mai che rimanga senza cose da scrivere!

    Tre persone da ringraziare

    La dark family, per esserci sempre, Francesca Pace per… tutto e la mia famiglia, che mi sostiene sempre e comunque. Un grazie speciale, però, va anche alle mie lettrici, mi seguono, mi sostengono, aspettano impazienti che crei nuove storie e mi danno la forza di cui ho bisogno per continuare a scrivere.
  15. .

    Stefano Mancini



    OSTILIUM


    La Porta dei Demoni



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    Sinossi:

    Giunto a Vidaara il ricco mercante Galor viene accusato di un crimine spregevole e giustiziato. Ma quando il boia prepara il corpo per la sepoltura, scopre qualcosa che getta ombre su una morte piena di ambiguità. Chi ha ordinato quell’uccisione? Per quale motivo? E che cosa c’entra l’Ostilium, la “Porta dei demoni”?
    Al boia, accompagnato da due improbabili alleati, il compito di trovare le risposte. E forse anche quello di difendere il mondo da un male antico e senza volto.
    Stefano Mancini, uno dei più apprezzati autori contemporanei di fantasy, torna in libreria con un nuovo romanzo capace di fondere mistero, intrigo, colpi di scena ed eroismo.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Io ritengo che sia un buon libro, con una trama solida, personaggi che spero ben caratterizzati e strutturati e una serie di colpi di scena intriganti, che mi auguro tengano il lettore incollato alla pagina.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Di innovativo, secondo me, c’è una visione diversa del fantasy: non più regni incantati e bellissimi, fatti di eroi senza macchia e senza paura, ma un’ambientazione più “sporca”, con personaggi che sono più a metà strada, fatti di luci e ombre. Per quel che riguarda la continuità, invece, c’è lo stile, tipico dei romanzi fantasy, e ovviamente quella commistione di avventura, combattimenti e creature fantastiche che non può mancare.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Beh, scrivo da quando sono un bambino, quindi non ho fatto altro, ancora una volta, che seguire la mia passione. È il mio nono romanzo pubblicato, non credo che potrei mai fare a meno di questa “pulsione”.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia nasce da una volontà ben precisa: quella di raccontare un fantasy che non ricalcasse pedissequamente gli esponenti maggiori (Tolkien su tutti). Ho cercato di dare nuova voce e nuove idee a un genere spesso “abusato”. Le mie fonti di ispirazione hanno spaziato ben oltre il genere, cercando di mettere in questo romanzo anche elementi che di solito non sono tipici del fantasy: quindi uno stile più serrato, personaggi più “umani” e una trama incalzante.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Devo dire che sono abbastanza metodico. Per me scrivere è passione, anzitutto, ma anche un lavoro. E quindi deve rispettare orari e impegni. Scrivo tutti i giorni, non perché sia un obbligo, ma proprio perché è un piacere e come tale mi diverte farlo.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi – per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Beh, nel mondo in cui viviamo credo sia impossibile ignorare il “potere” dei social network e del web in generale. Promuovo il mio titolo soprattutto attraverso i canali informatici, senza dimenticare però il contatto diretto col pubblico, attraverso la partecipazione a fiere, presentazioni ed eventi letterari.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Vediamo, al momento non ho particolari progetti, anche se ho tante idee che mi ronzano in testa e che forse vedranno la luce prima di quel che si possa pensare.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Beh, per cominciare il mio editore per “Ostilium – La porta dei demoni”, Francesca Pace, che mi ha fortemente voluto e che crede almeno quanto me in questo progetto. Poi il mio content editor Valerio la Martire, che continua a darmi preziosi suggerimenti (anche se sotto forma di minacce). E infine i miei lettori, senza i quali non sarei qui a presentare un mio nuovo libro.
217 replies since 10/10/2013
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