Daniele Batella

Dark Intervista

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    Daniele Batella



    End of The Road Bar



    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Una persona dovrebbe leggere il mio libro se volesse vivere delle vite che non le appartengono; se volesse rispecchiarsi nella profonda umanità di sette anime alla deriva, che hanno amato, peccato, odiato, ucciso perfino, in nome del desiderio più grande di tutti, la libertà di esistere.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Il romanzo si pone quasi come una sorta di raccolta di novelle, in cui queste ultime sono le vite dei sette avventori dell’End of the Road Bar. La novità sta nel fil rouge che unisce queste vite straordinarie e fuori dal comune e nel modo in cui questo leitmotiv viene narrato, intervallando i ricordi e i racconti dei sette durante tutto il romanzo.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Fin da piccolo ho sempre sentito la necessità di raccontare, in qualunque forma: dal disegno, alla recitazione, al canto. Scrivere è stato un modo per dare vita al mio mondo interiore, farne una foto da regalare a chi avesse voglia di osservarla e magari chissà, di parlarne.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    L’idea di un gruppo di persone con un pesante bagaglio emotivo da scaricare riunite in un luogo particolare, ameno, mi girava in testa da un bel po’. L’ambientazione, poi, è nata una mattina all’alba, dopo aver accompagnato un’amica a prendere il treno nella piccola stazione di un paesino umbro. Tornando a casa con gli occhi pieni di sonno mi sono accorto di un piccolo locale cui non avevo mai prestato molta attenzione: si tratta di un bar per ferrovieri, mezzo nascosto da una siepe poco curata. Il nome, “Il Capolinea”, ha fatto nascere in me una scintilla. Da lì, l’idea della “fine della strada” e del bar.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo di getto, compulsivamente, a volte per ore di seguito. Se uno scampolo di storia si impossessa di me sono capace di andare avanti senza sosta, finché non mi “svuoto”. Nelle settimane in cui la storia mi vortica per la mente, poi, non riesco a pensare ad altro.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Per lavoro mi occupo di social media, per cui cerco di fare buon uso di questi strumenti. Faccio anche parte di un gruppo vocale, i Cherries on a Swing Set, e il mio romanzo ha ispirato una canzone originale che avrà il suo videoclip e la sua diffusione sulle principali piattaforme musicali, riportando chiaramente i link al libro.

    ▪ Progetti per il futuro?

    I miei progetti sono sempre impregnati di musica, arte e letteratura: ciò che conta per me è che questi pilastri continuino a sostenere il mio mondo e che io possa dividermi fra di essi con la leggerezza che concede solo la libertà di esprimersi.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Semplice: Ambra e Sara, le mie prime lettrici e fan, le prime a credere nel mio romanzo e ad avermi spronato a cercare di pubblicarlo. E poi Stefano, il sostegno senza il quale nulla sarebbe stato possibile.
     
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