Posts written by .Eleonora.

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    Dal blog

    Perché lo dice Krilli



    Ringrazio la mia collega Blogger per l'intervista, sono stata ospite da "Perché lo dice Krilli"!

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    Vi lascio il link per sbirciare ;)

    https://perchelodicekrilli.wordpress.com/2...eleonora-monti/
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    Per la terza raccolta di racconti firmati Dark Zone, vi presento l'anteprima dell'ultimo inedito, Horror psicologico, giochiamo con gli ossimori.

    Incantevole



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    Cover by: Sebastiana Dado
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    Claudia Melandri



    Il Male nell’Anima
    Il Dono Vol. 1




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    Sinossi

    Sara, italiana di venticinque anni, mortificata nel corpo e nello spirito dalla crudeltà senza limiti di un uomo sposato per gioco quattro anni prima, decide di voltare pagina. Desidera a tutti i costi cambiare vita, e, con il marito finalmente dietro le sbarre, si trasferisce nella periferia romana.
    Qui trova lavoro come contabile in un piccolo ristorante e nell'estate del 2012 conosce una ragazza canadese, Emily. Le due stringono subito amicizia e, un anno dopo, Emily per sdebitarsi della calorosa accoglienza ricevuta, inviterà Sara a trascorrere tre settimane in Canada.
    Inizialmente incerta, Sara cede poi alla contagiosa voglia di vivere della canadese accettandone l’invito. La sera del suo arrivo, in un fortuito gioco di coincidenze, il cugino di Emily decide di far ritorno a casa dopo un mese di assenza. Lui, Sean Adam Green, ragazzo di ventotto anni dalla doppia vita, sanguinario e violento assassino privo di anima, va su tutte le furie quando viene informato della presenza dell’ospite. Ha un duro scontro verbale con la cugina, colpevole, a suo avviso, di avergli taciuto la cosa. Risoluto a non avere niente a che fare con la sconosciuta e ancora sotto l’effetto della collera, percepisce la presenza di Sara nascosta al piano superiore della villa. Percezione che lo colpisce con una forza devastante, mozzandogli il respiro e annullando, anche se per poco, il demonio che è in lui. Scombussolato e stordito da simili sensazioni, mai provate prima, per proteggere se stesso Sean si rifugia nel suo effimero mondo, fatto di solitudine, vendetta e morte.

    Lo Spirito del Guerriero
    Il Dono Vol. II



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    Sinossi

    Mentre Patrick e Sara sono sulla via del ritorno, Sean si prepara alla missione di recupero di suo fratello Miguel. La maledizione che incombe da secoli sulla famiglia Green si sta ripetendo. Una maledizione che colpirà anche Patrick ma che invece di annientarlo lo guiderà verso la rinascita. Sangue, dolore, morte e passione si mescoleranno dando vita a una storia adrenalinica che viaggerà sul filo del rasoio.
    L'amore sarà la via che riporterà Sean tra le braccia di Sara?

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Per trascorrere qualche ora in totale relax e sognare, magari, a occhi aperti. Sognare luoghi lontani ma che spero io passa renderli più vicini e reali che mai.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Sin da piccola, dopo aver letto un libro, fantasticavo su come avrei potuto continuare la storia, aggiungendo nuovi personaggi e nuovi luoghi, insomma una sorta di fanfiction primordiale. Ma tutto si è poi concretizzato solo dieci anni fa quando ho messo giù il primo romanzo tutto mio.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata per caso in un giorno di pioggia, ero al lavoro e di clienti nel negozio non se ne vedevano nemmeno le ombre. Così ho preso una penna e un foglio A4 e ho cominciato a scrivere le prime righe di quella che più tardi sarebbe diventata una trilogia. Sean è stato il primo personaggio nato quel giorno, lo volevo cattivo e dannatamente bello, ma vulnerabile nell’animo. Lo volevo diverso da qualsiasi altro personaggio maschile che avessi letto, peròugualmente molto umano per non trascendere troppo in cose irreali anche se si tratta di un Fantasy. Cosa c’è di più vero nell'esaltare le doti divine di un uomo che però è anche tanto reale da poterlo toccare con mano?

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Io scrivo di getto e di solito di notte, niente programmi, nessuna continuità, tutto è dettato dall’impulso del momento. Ci sono giorni che scrivo, rigorosamente a mano in prima stesura, decine di fogli A4 di carta riciclata e giorni che magari per finire una mezza pagina sudo sette camicie.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Le mie strategie di marketing sono affidate alla rete, social come Facebook e Twitter e contattare vari blog con la speranza di avere una segnalazione o una recensione. Ormai se non navighi non coglierai mai quella chance in più per far conoscere te stesso e i tuoi lavori. E dire che avevo una vera e propria allergia al Web, lo usavo solo per effettuare le ricerche riguardanti i miei romanzi.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Il mio battesimo con il mondo editoriale l’ho avuto grazie a una CE, ma dopo un anno ho deciso di provare la via del self publishing per voglia di sperimentare qualcosa che non comportasse il dipendere da qualcuno. Ho troppa fretta, questo è il mio difetto principale, e i tempi biblici delle CE non mi consentono di sentirmi appagata del mio lavoro.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Sto scrivendo un nuovo romanzo, sempre Paranormal Fantasy, che spero di ultimare la stesura entro questa estate. E poi c’è la pubblicazione del terzo capitolo della saga in corso.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Be’, più che solo tre sono gruppi di persone.
    La mia famiglia, che resiste coraggiosamente ai miei sbalzi di umore quando ho una nuova trama da sviluppare.
    Tutte le splendide persone che ho conosciuto grazie ai social e che mi aiutano ogni giorno con consigli e a volte vere e proprie iniezioni di fiducia.
    Infine grazie ai miei lettori che, seppur non numerosi, sanno farsi sentire e mi danno quella carica in più per continuare a scrivere.
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    Destino Crudele



    Massimiliano Bellezza



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    Sinossi

    Los Angeles. Il giovane Max ha compiuto da poco i suoi diciotto anni. Cresciuto in un ambiente familiare in cui la figura del padre era assente, è spesso scontroso e respinge chi dimostra di tenere a lui. Adesso dovrà fare i conti con un dramma che si ripete, con la cecità della vita che talvolta, arida, dilania l’esistenza.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autore:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Prima di ogni cosa, grazie per lo spazio e l’ospitalità, Francesca. Perché dovrebbe leggerlo? Perché sono uno scrittore emergente, quindi desideroso di farsi conoscere? No, non solo. Per lo spessore del romanzo, ma non sono io che devo o posso valutare in questo senso la mia opera. È un romanzo diverso che affronta temi forti, non è una lettura leggera; un ritorno ai temi esistenziali, tipico di una corrente del passato. Ecco, per questi motivi consiglio il mio romanzo.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Bella domanda. Forse lo stile, non tanto in termini innovativi, ma per il carattere differente rispetto a quelli attuali; sicuramente il telaio narrativo, atipico nell'incedere, nel modo con cui si sviluppa l’intreccio; la storia che non è vita vissuta, ma il frutto della fantasia, mentre in genere gli scrittori di questa corrente parlavano dei propri trascorsi. Elementi di continuità: ‘Destino crudele’ appartiene alla narrativa contemporanea, ‘beat generation’, si avvicina ai predecessori nel racconto in prima persona e un poco nella metrica. Ho cercato di far respirare un clima esistenziale avvolto da amicizie e amore. Spero di esserci riuscito.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    La voglia di buttare fuori qualcosa. Allora non sapevo bene che cosa sarebbe uscito e come soprattutto. Ma ho iniziato. Una botta di Google e biblioteca, tanta biblioteca.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia è nata per un’attrazione verso le leggende metropolitane, il ricordo di una pellicola in particolare, ‘Urban Legend’. Non ha nessuna attinenza questo con la trama che ho costruito successivamente. C’è un momento in cui la storia si è staccata, non so neanche bene io per quale ragione, ha preso una sua strada in cui la vita, nella sua poliedrica natura, prendeva il sopravvento: ecco dunque, il personaggio Max Di Marco plasmarsi, adolescente, con una vita confusa e appestata.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo principalmente la mattina e il pomeriggio. La sera riesco poco, leggo al massimo. Quando inizio un romanzo generalmente cerco di dare continuità, seguirlo senza lasciar passare troppo tempo. E cerco di organizzarmi al fine di evitare il classico contraddittorio.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    I social, soprattutto, attraverso i gruppi di lettura, il confronto mediante post miei o di altri autori; anche tramite i blog, con segnalazioni e recensioni. Proporlo, eventualmente, nel caso in cui qualche utente manifesti il desiderio di letture nuove; cercare di incuriosire inserendo teiser e frasi che possano creare tale effetto.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei.

    Sì, ‘Destino crudele’ è in self publishing. È stato un mettermi in gioco, sperimentare questa forma alternativa di editoria. Che mi ha insegnato tanto e che considero, anche col senno del poi, una valida prova.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Dovrei pubblicare nei prossimi mesi un thriller, il secondo capitolo di ‘Quando cala il buio’. L’idea di un terzo episodio è ferma intenzione, questo però nel momento in cui l’avventura di Psicosi (titolo provvisorio) potrà considerarsi avviata. Nel 2016 volevo chiudere la revisione di un altro romanzo, sempre un thriller, ambientato questa volta in Italia, e non negli Stati Uniti, eseguire le modifiche successive e introdurlo a qualche concorso.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Dunque, solo tre? In fase di pubblicazione Alessia Cucè e Marco Siena; in promozione e sostegno Samy P. e Raffy Lombardo. Ringrazio anche mia zia per le revisioni e consultazioni tecniche. Sono più di tre, ma ci stanno tutte!

    Grazie ancora per questa opportunità attraverso la giornata Autore!
    Un saluto a tutti.

    Dello stesso Autore

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    Novità! Arrivato il cartaceo di Be My Valentine!

    Disponibile nel link:
    www.pacefrancesca.com/#!the-dark-zone/vm2ui
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    BIOGRAFIE



    Daniela Ruggero

    Daniela Ruggero nasce a Torino il 30 Settembre 1976, sposata e mamma.
    Nella vita di tutti i giorni è un'infermiera mentre nel tempo libero scrive. E' una lettrice compulsiva dipendente dal genere Horror e Noir. Ama il Fantasy in tutte le sue sfaccettature, ma non disdegna una buna storia anche se non fa parte di queste categorie. Ama le serie televisive come Supernatural e simili e Dexter Morgan è il suo serial killer preferito.
    Autrice della Saga Dark Fantasy:
    I Guardiani degli Inferi
    La sposa Oscura
    www.amazon.it/Sposa-Oscura-Guardian...ruggero+daniela
    Genesi
    www.amazon.it/I-GUARDIANI-DEGLI-INF...NYYAXFQ1925GPHT
    Legami di sangue
    www.amazon.it/GUARDIANI-DEGLI-INFER...HHPZ51M5Y3Q5ASF

    Poison Dark romance auto pubblicato 04\09\2015
    www.amazon.it/Poison-Daniela-Rugger...+ruggero+poison

    https://store.kobobooks.com/it-it/ebook/poison-35

    Il Cucchiaio Magico in collaborazione con l'autrice Francesca Pace un libro di cucina e magia ispirato alle tradizioni erboristiche e “magiche” delle spezie casa editrice Astra.
    “Niente prima di te” romance scritto con Doranna Conti
    www.amazon.it/Niente-prima-Daniela-...nte+prima+di+te

    Il suo blog danielaruggero.blogspot.it è nato per creare un contatto con i lettori e per sostenere gli autori emergenti che come lei si affacciano sul panorama letterario italiano camminando in punta dei piedi.
    Contatti:
    [email protected]

    Doranna Conti



    Doranna Conti e' un'autrice di romanzi rosa, ha 35 anni e vive a Reggio Calabria. Spinta dall'amore per la scrittura, ha deciso di dedicarsi alla narrativa. “Niente prima di te” scritto a 4 mani con l'autrice Daniela Ruggero, è il suo nono romanzo. Altri suoi lavori sono stati pubblicati dalla casa editrice Lettere Animate: "Se esprimi un desiderio" e "Regalami un istante" e dalla Casa Editrice Libro Aperto.
    Altri ancora sono stati pubblicati sulla piattaforma self publishing di Amazon: "Ritratto di un Angelo" e il sequel "Angelo Nero".
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    Niente Prima di Te



    Daniela Ruggero
    Doranna Conti



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    Sinossi

    Nathan e Karen non conoscono l'esistenza l'uno dell'altra. Le loro vite scorrono separate dall'oceano fino a quando il destino non decide di incrociare le loro strade, in modo imprevedibile e devastante. Una verità celata, quasi uno scherzo del destino, si prenderà gioco di loro, allontanando ciò che non può essere unito.

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    Link d'acquisto:
    https://store.kobobooks.com/it-it/ebook/niente-prima-di-te
    www.amazon.it/gp/aw/d/B01C07TM2C/re...gjkL&ref=plSrch

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    Edited by .Eleonora. - 24/2/2016, 18:54
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    Non vuol dire Dimenticare



    Riccardo Schiroli


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    Sinossi

    Siamo nel 1989 e, con un volo Linate-Zagabria, inizia un viaggio negli Stati Uniti. Per il protagonista, che è l’io narrante di un romanzo scritto in prima persona, si tratta di un momento epocale. Va in un paese che ha conosciuto prevalentemente attraverso i libri e il cinema e lo fa per inseguire un sogno d’amore nel quale non è certo di credere. Va solo: il suo mondo si è dissolto e cerca di costruirsene uno nuovo. E’ in compagnia delle sue canzoni, che lo aiutano a convivere con gli stati d’animo. Ma a poco a poco, finirà con il dover mettere i piedi per terra.
    Il sogno d’amore non si rivelerà qualcosa in cui credere, ma nella California del sud e a New York City, inizierà la dolorosa transizione verso una fase nuova della vita.


    Note dell'Autore

    Perché penso che sia da pubblicare? Sono convinto di essere riuscito a ottenere un linguaggio che rappresenta moltissimo le persone come me: che vengono da una educazione cattolica un po’ invasiva, che sono cresciute abbastanza privilegiate, che non hanno mai fatto troppa fatica a scuola. Anche perché il protagonista si è lasciato alle spalle i privilegi e si trova a farsi largo da solo e un po’ disorientato.
    Credo anche che il romanzo rappresenti bene l’impatto che gli Stati Uniti potevano avere su un europeo del 1989. Descrivendo un mondo nel quale ancora non c’è internet e il protagonista può stupirsi delle centinaia di canali via cavo che vede grazie al televisore del Motel, penso sia anche interessante notare come non sia poi vero che i ventenni degli anni ’80 erano così diversi da quelli del terzo millennio.

    Biografia

    Riccardo Schiroli è nato a Parma nel 1963. Giornalista professionista e poliglotta (parla correttamente Inglese e Tedesco, comunica in Francese e Spagnolo), è entrato nel mondo della comunicazione come conseguenza dei suoi studi di Economia. Una volta Amministratore Unico della Comunicazioni Parmensi s.r.l., sulla fine degli anni ’80 si è dimesso dall’incarico e ha deciso di seguire la sua vocazione,cercando di percorrere la strada del giornalismo. Prima di ottenere l’accesso all’esame di Stato per l’esercizio della professione, ha fatto in tempo a diventare responsabile dell’informazione di Radio Onda Emilia (novembre 1990) e poi (agosto 1996) responsabile del Telegiornale di Teleducato a Parma. Una volta professionista (2000) ha assunto la direzione di Teleducato Piacenza.
    Nel 2001 ha scoperto internet e portato avanti i progetti dei siti Baseball.it (fino a fine anno) e Sportal.it (fino all’autunno del 2003). Dal 2002 ha iniziato una collaborazione con l’Ufficio Stampa della Federazione Baseball, della quale è Responsabile della Comunicazione dal gennaio del 2004.
    Ha collaborato con i quotidiani La Gazzetta di Parma, La Tribuna di Parma e L’Unità in Italia. Con il periodico Baseball America e il sito MLB.com negli Stati Uniti. In rete trovate il suo blog www.riccardoschiroli.com.
    “Non vuol dire dimenticare” è il suo primo romanzo. Nonostante il tono della narrazione in prima persona, non è necessariamente un lavoro autobiografico.


    Dark Intervista - The Dark Zone



    Lasciamo la parola all'Autore:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

    Soprattutto perchéè una lettura piacevole. Sono convinto di essere riuscito a ottenere un linguaggio che rappresenta moltissimo le persone come me: che vengono da una educazione cattolica un po’ invasiva, che sono cresciute abbastanza privilegiate, che non hanno mai fatto troppa fatica a scuola. Anche perché il protagonista si è lasciato alle spalle i privilegi e si trova a farsi largo da solo e un po’ disorientato.
    Credo anche che il romanzo rappresenti bene l’impatto che gli Stati Uniti potevano avere su un europeo del 1989. Descrivendo un mondo nel quale ancora non c’è internet e il protagonista può stupirsi delle centinaia di canali via cavo che vede grazie al televisore del Motel, penso sia anche interessante notare come non sia poi vero che i ventenni degli anni ’80 erano così diversi da quelli del terzo millennio

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Innovare non è il mio scopo. Anzi, a me piace scrivere qualcosa che tutti possano leggere e che scorra agile. Diciamo che io sono sempre stato attirato dal viaggiare. E’ qualcosa al quale i miei genitori mi hanno abituato da bambino e che ho fatto e continuerò a fare fin quando potrò. Dei miei viaggi ho sempre tenuto diari. Quindi in qualche modo posso essere influenzato dalla letteratura di viaggio.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a scrivere?

    Io scrivo da sempre. Mi è sempre piaciuto raccontare storie. Per me, raccontare significa spesso prendere la realtà e fare gli aggiustamenti che mi servono per farne un racconto che possa interessare.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Come ho detto, io tengo sempre un diario dei miei viaggi. Nel caso specifico del mio primo viaggio negli Stati Uniti mi sono reso conto che la cronologia degli eventi offriva una bella impalcatura. Sono partito per ricopiare i miei appunti in bella, ma ci ho preso gusto e sono passato a fare gli aggiustamenti che secondo me rendevano il racconto più interessante per un lettore qualsiasi. Poi mi sono reso conto che non è che mi fosse poi successo tanto e ho iniziato a inventare qualcosa. Quindi ho pensato di dover contestualizzare un po’ di più, per valorizzare l’ambientazione, e ci ho rimesso le mani.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Quando mi metto a scrivere ho un piano ben preciso e la prima stesura non mi porta via molto tempo. Prendo moltissimi appunti (prevalentemente a mano, su vecchie agende…il fatto che le banche non regalino più le agende quotidiane, è stato un colpo duro ai miei budget, perché mi sono messo a comprare i quaderni Moleskine…) ed è da lì che parto. Poi c’è il lavoro di ricerca, che oggi è abbastanza divertente grazie a Google e Wikipedia, ma rischia anche di essere abbastanza dispersivo. Poi butto giù la struttura a biro e quindi inizio a scrivere al computer. L’unica fonte di frustrazione dello scrivere deriva dal fatto che non sei mai contento della prima stesura. E dopo tutta la fatica che hai fatto, ti piacerebbe tanto…

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    E’ stato un brusco risveglio. Ero convinto di ottenere una visibilità maggiore con il mio blog e i post sui social media attraverso i miei profili. Il risveglio è stato brusco quando ho capito che chi mi segue abitualmente si aspetta di vedermi cimentare con lo sport e il baseball in particolare, visto che è quello che faccio professionalmente e mi dà visibilità. Umilmente, ho chiesto aiuto per ampliare i miei orizzonti.

    ▪ Credi al self publishing?

    Il mio blog è, di fatto, self publishing. Questo mi consente di occuparmi di argomenti che mi stanno a cuore senza intermediazioni e anche di pubblicare qualche racconto che mi esce estemporaneo. Ma per il romanzo ho cercato un editore. Sono convinto infatti che il primo giudizio di valore su un lavoro arrivi dall'approvazione di chi pubblica professionalmente. Certo, per il momento “Non vuol dire dimenticare”è solo un e-book. Ho ricevuto diverse proposte per pubblicare partecipando alle spese, ma è una formula alla quale non credo. Devo essere rimasto traumatizzato leggendo “Il pendolo di Foucalt” di Umberto Eco…

    ▪ Progetti per il futuro?

    Sono pronto a iniziare a scrivere il mio secondo romanzo, che ha il titolo provvisorio “La variabile C”. E poi accarezzo un sogno da tempo, quello di raccontare la mia passione per gli animali: da dove nasce e come si è concretizzata nelle mie osservazioni in natura. Anche qui ho un titolo provvisorio: “Le mie bestie”. Ma mi dicono che editori interessati si farebbe fatica a trovarne…per ora, quindi, mi sono limitato a pubblicare stralci e bozze sul mio blog.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Stelio Rizzo, storico direttore del giornale di fumetti Lanciostory, è stato il primo a incoraggiarmi a scrivere fiction. Ricordo come se fosse oggi la sua telefonata a casa dopo che avevo mandato spunti per soggetti alla redazione. Aveva un tono burbero, ma paterno. Mi disse: “Voi che avete il dono di scrivere, prima vi rendete conto che farlo per hobby non è come farlo per mestiere e meglio è”. Poi ci sono i miei genitori Arnaldo e Mirella: mi hanno sempre incoraggiato a leggere. Difficile diventare scrittore (o, come dice Paolo Nori, “uno che scrive dei libri”, che è più appropriato…), se non sei stato un lettore.

    Estratti


    1- Premessa
    Mi sono imbarcato a Zagabria per gli Stati Uniti.
    Il mio viaggio è iniziato il sette di agosto, una giornata plumbea come si pensa che una giornata di agosto non sarà mai.
    Diverso è stato il giorno precedente, luminoso e bellissimo.
    Il giorno prima di partire sono sceso in piazza e mi sono voltato a guardare quel che resta della popolazione di bionde ossigenate della mia città. Il sei di agosto sono quasi tutte in vacanza, però qualcuna ancora c’è ed è sempre un bel vedere.
    Il giorno prima di partire ho incontrato la Loredana. Alta, slanciata e bionda, la Loredana è la dimostrazione che una definizione imprecisa e generica è quasi sempre un peccato mortale; lo è, perché una ragazza alta, slanciata e bionda deve essere per forza una specie di miracolo, cosa che lei non è per niente. E’ simpatica però e ha appena compiuto diciotto anni, che sono un po’ meno dei miei ma nemmeno troppo pochi. Considerate le attuali condizioni della mia vita sentimentale, potrei farci un pensierino alla Loredana.
    Mi ha fermato dove la piazza si apre in una strada pedonale. Io che guidavo uno splendido Bravo, lei con i libri di scuola il sei di agosto: roba da matti
    La Loredana gioca a softball, uno sport che in sostanza non esiste. La Gazzetta dello Sport pubblica i risultati il martedì e quasi tutte le partite si giocano al sabato.
    Il softball è uno sport che non esiste, ma è il motivo per cui io, il sette di agosto a Zagabria, mi sono imbarcato per gli Stati Uniti. Questo sport che in Italia praticamente non esiste, in America è famoso e ben praticato, soprattutto dalle donne.
    Io l’anno scorso ho conosciuto una giocatrice di softball che in Italia è venuta a passare quattro mesi, prendere un po’ di soldi e a conoscere me. Un minuto dopo che l’avevo conosciuta già mi parlava di andarla a trovare negli Stati Uniti e in fondo un viaggio negli Stati Uniti valeva la pena di farlo, indipendentemente da lei.
    Il sei di agosto io ho comprato due guide degli Stati Uniti alla libreria Feltrinelli, perché io in America non ci sono andato solo per rivedere una ragazza. Possiamo anche citare testimoni, tutti sanno che il viaggio in America è stato da sempre un mio sogno.Poi gli Stati Uniti sono il centro del mondo, andare là e passare molto tempo in compagnia dei nativi mi permette di esercitare il mio Inglese e questo è importante per il mio futuro. Cosa sarà per me il futuro è una domanda che non mi sono posto, per ora.
    In piedi all’imboccatura della strada pedonale la Loredana però non mi ha chiesto un ricordo, una cartolina, un’impressione. Mi ha detto: - Salutami la Valerie, se la vedi -

    4- La morte
    Il 25 febbraio dell’anno scorso non era neanche male come giornata. Da studente asino ma non troppo mi ero svegliato moderatamente tardi. Non avevo studiato. Mollemente avevo percorso i 100 metri in linea d’aria che separavano casa mia da quello che pochi giorni dopo sarebbe diventato il mio posto di lavoro. Avevo quell’intontimento classico che viene al risveglio da un sonno poco soddisfacente. Una parte della mia vita stava finendo e io perdevo tempo dando occhiate distratte ai negozi.
    - Neanche oggi il papà è andato a lavorare- Lo aveva detto mia sorella prima che uscissi e non me ne era fregato troppo. Ero tornato a casa alle due del pomeriggio e mi ero sentito raffreddato. Mi ero steso sul letto con in mano nientemeno che ‘L’età della ragione’ di Sartre, un libro che stavo tentando inutilmente di finire da quasi un mese.
    Rivivo la scena: suona il telefono, sono le cinque, minuto più minuto meno. Con i pantaloni a mezza gamba mi alzo e rispondo: - Pronto, Riccardo. Sono Adriano. Il papà è qui, è caduto. Penso che sia già morto-
    Resto calmo. E’ febbraio ma c’è caldo, tanto che mi infilo il cappotto senza abbottonarlo; mi butto in strada e mi viene da cantare “sì, la vita è tutta un quiz”.Rivedo mio padre in terra, ormai bianco, come una bambola rotta. Provo a rianimarlo ma ha una ferita alla pancia che è terribile. Grido, e mi sembra di entrare in un album delle foto.
    E’ arrivato il medico legale, quel giorno e sono arrivati i poliziotti. Il mio medico di famiglia ha detto solo “che brut lavor”. Si è fatto buio, all'improvviso e quando sono arrivato c’era il sole. Cosa vuol dire? Un cazzo, solo che è arrivato il tramonto.
    E’ stato l’ultimo giorno di vita di mio padre.
    L’ho raccontato alla Valerie un giorno di Settembre ed è stata lei la prima persona con cui ho rivissuto quei momenti.
    -Oh, Dio- ha detto lei e i suoi occhi neri hanno iniziato a luccicare. Anche la Valerie ha perso una persona cara, me lo ha detto quella sera. Avevamo iniziato a parlare partendo dal testo di una canzone di Samantha Fox. La Valerie me lo ha dato chiedendomi se sapevo tradurre in Italiano l’espressione “party girl” e io le ho detto che sì, certo che la sapevo tradurre, anche se ho capito subito che dire “ragazza da festini” non aveva lo stesso fascino.
    -Ma tu sei una ragazza da feste?- C’è mancato un attimo che lo chiedessi. Poi mi sono trattenuto, così come mi sono trattenuto dal fare commenti sugli inverosimili seni di Samantha Fox. Così, forse per dissimulare, ho letto il testo della Samanta e ho scoperto che non era poi del tutto idiota: “Ho sempre preso il sesso come un gioco, ma con te lo voglio fare per amore”.

    16- L'ultima volta che ho visto Valerie
    Non potevo comunque accettare che la Valerie se ne andasse in quel modo. -No, scusa. Evidentemente io e te non riusciamo più a comunicare, Valerie
    -Forse è perché non abbiamo niente da dirci- Questa era stata una mazzata.
    -Niente da dirci? E quelle lettere?
    -Quelle lettere sono un anno fa. Sono l'Italia. Qui siamo in America e io sono diversa in America rispetto alla persona che conosci tu. Io so che non ti piacerei qui-
    Ho squadrato la figura minuta della Valerie. Ho guardato i suoi capelli da cocorita e le sue gambette corte che non potevano stare ferme. Sue intanto aveva spento una sigaretta e se ne era accesa un'altra.
    -Forse devo andare, Rick
    Ho provato ad aggrapparmi a quel forse, ho cercato di capire se, magari inconsciamente, lei volesse restare ancora con me. L'aria della California del sud si era fatta intanto freschina. La Valerie ha avuto un brivido.
    Ho provato con l’ultima carta: -Se potessi fare qualcosa per cambiare questa situazione, lo farei
    -Non ne dubito, Rick. Anzi, ne sono sicura. Però non puoi
    La sua voce stava arrivando a toni alti. Era anche un po' alterata. No, non ci sarebbero stati abbracci. Non ci sarebbero state lacrime e addii o, meglio ancora, arrivederci. La Valerie non vedeva l'ora di andare e io non avevo in nessuna maniera la forza per trattenerla.
    Sono rimasto sgomento e senza parole. La Valerie mi ha incalzato: -Potrai dire a tutti che mi hai vista, che sono dimagrita, che ho vinto il titolo americano con i Raiders- quasi urlava, ormai.
    Quanto poco avevo conosciuto quella ragazza piccola e strana. Tanto poco che ero arrivato a pensare che si potesse innamorare di me. E quello era un addio vero, non da film. Era un addio triste, forse anche un po' inutile. Magari era meglio che io mi ricordassi la Valerie ebbra per la birra Moretti e non quella con la voce stridula e le occhiaie. Era comunque un addio; per e me era L'ADDIO, la fine, il tramonto e tutto questo mi faceva sentire un sapore amaro in bocca.

    23- Conclusione
    Sono partito da New York per Zagabria con mezz'ora di ritardo. Da lì avrei raggiunto Milano.
    Avevo già avvertito mia sorella che sarei stato all'aeroporto di Milano Linate attorno alle 4 del pomeriggio di Lunedì 4 Settembre. Ero stato in America per un mese e avevo incontrato la Valerie troppo poco. Mi sono chiesto se, una volta arrivato in Italia, avrei cominciato di nuovo a sentirmi male alla fine delle giornate. Stop, per carità. Non avevo nessun bisogno di considerarmi già in Italia. In fondo mancava ancora quasi un giorno. [...]
    [...] Ho iniziato a sbirciare la biondina paffuta. Poteva essere americana, ma se lo fosse stata difficilmente avrebbe viaggiato con la Jat. Magari era jugoslava. Ma in fondo era improbabile che uno jugoslavo avesse i soldi per affrontare un viaggio in America. Più probabilmente era nord-europea, svedese o danese o magari olandese. Perché da quelle parti lì le ragazze viaggiano anche da sole.
    Ho ostentato bene i miei giornali americani e poi, piegandomi verso di lei, mi sono espresso in un bell'Inglese: uere are iugoin tu in iurop?
    La biondina paffuta è arrossita, ha farfugliato qualcosa di incomprensibile e poi si è schiarita la voce: ai em from itali.
    [...]
    Mi sono voltato verso la biondina paffuta e con un sorriso ho detto: -Allora tra di noi possiamo parlare in Italiano-.
  9. .

    SAL Sisters



    Giusy Moscato


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    Sinossi

    Rebecca e Tom non potrebbero essere più diversi. La vita della donna non fa altro che peggiorare dal giorno in cui è nata. La sua esistenza racchiude più addii di quanti ne vorrebbe ricordare. Tom, invece, non desidera nulla di meglio. Ha una brillante carriera nella Marina Militare ed è fidanzato con una ragazza stupenda. Eppure, qualcosa in comune tra i due c’è e le uniche a conoscerne il segreto sono un trio di spie, le SAL Sisters.
    Cosa si nasconde nel passato di Tom? Perché spie e pirati sono interessati a lui? Chi è suo padre? E cosa c’entrano le sirene nella sua vita?

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    • Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    In “SAL Sisters” non c’è un vero e proprio protagonista. Questo romanzo si può definire più come un intreccio di storie diverse. Ogni storia presenta una diversa sfaccettatura dell’amore: da quello classico, romantico, da “lieto fine” a quello che non riesce neppure a sbocciare, da quello adolescenziale a quello sensuale e passionale, fino all'amore tra fratelli, tra amici e quello più importante di tutti, ovvero quello tra genitori e figli.
    In un modo o nell'altro, c'è sempre un personaggio a cui il lettore riesce a legarsi, che sente più affine alla propria storia. Inoltre, ci sono parecchi misteri che avvolgono le varie vicende, pane per i denti dei lettori più curiosi.

    • Che cosa c’è d’innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    “SAL Sisters” si slega da quella che è la tradizione letteraria sia per, come ho già detto, la mancanza di un protagonista nel vero senso del termine, sia perché il suo stesso genere non è ben definito: è un fantasy, sì, ma è anche un rosa e contiene perfino diversi elementi dei romanzi d’avventura. Diciamo che le classiche classificazioni non mi sono mai piaciute, le trovo troppo restrittive.

    • Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Sin da quando ero piccola, diverse storie vorticavano nella mia mente. Soltanto quando ho compiuto diciassette anni, dopo aver letto “Eragon” di Christopher Paolini (scritto quando aveva all'incirca la mia età) mi sono decisa a mettere tutto su carta. È stato un modo per sfogarmi, per vomitare ciò che avevo dentro. Col tempo è divenuto una vera e propria necessità. Non riesco proprio a stare più di un paio di giorni senza buttare giù qualche riga.

    • Da cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia si è praticamente formata da sola. La passione per i pirati è stata sempre radicata in me, così come quella per le sirene. Alle elementari ho letto libri come “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson o “Peter Pan” di James Matthew Barrie. Crescendo, ho amato anime come “One Piece”, film come la saga di “Pirati dei Caraibi” o quella di “Mission: Impossible” e telefilm come “H2O”. Tutto ciò si è legato alle mie vicende personali, ai miei sentimenti, ai miei sogni. Non sembra, ma c'è parecchio di me là dentro.

    • Quando scrivi? E come? In modo organizzato e continuo o improvviso e discontinuo?

    All'inizio ero molto lenta. Sia perché non avevo molto tempo da dedicare alla scrittura, sia perché era un mondo nuovo per me e mi muovevo ancora a piccoli passi. Adesso sono più sciolta e se ho una buona ispirazione riesco a scrivere per ore senza fermarmi. Fino a questa estate scrivevo come un treno, arrivando a buttare giù almeno un capitolo a settimana. Da ottobre ho ripreso con lo studio, quindi vado un po' più lenta, ma cerco di dedicare alla scrittura almeno le ore serali e tutto il tempo che passo sopra i treni (mi toccherà mettere Trenitalia nei ringraziamenti! :D )
    Nonostante le moderne tecnologie, amo scrivere con carta e penna, sebbene non disdegni scrivere “dove capita” (sul computer, tablet, bozze del cellulare, foglietti volanti, ecc…) se mi vengono le giuste idee e non ho il mio fedele quaderno con me. Quando l’ispirazione chiama, bisogna rispondere!

    • Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi – per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Devo ammettere che la mia naturale timidezza e insicurezza hanno inizialmente rallentato la promozione del mio libro. Ultimamente sto cercando di darmi da fare, partecipando a iniziative di vari gruppi e facendo pubblicità in giro sui vari social. Anche se sono molto discontinua in tal senso. È un aspetto che spero di migliorare.

    • Perché la scelta del self publishing? (se lo sei)

    Ho scelto il self publishing perché mi piaceva avere una certa autonomia su tutto ciò che riguarda il mio libro, dalla scelta della copertina, al prezzo, alla promozione. Non escludo, però, di affidarmi a una casa editrice per i miei prossimi progetti.

    • Progetti per il futuro?

    Attualmente sto lavorando ad una trilogia d’azione basata sul mondo del ninjutsu, il cui primo volume, “Il ninja” dovrebbe uscire questa primavera. Ho tanti altri progetti in mente (e poco tempo per realizzarli), tra cui: una trilogia a tema supereroi e un romanzo tratto dal mio primo racconto sugli angeli, “Second Chance”. Inoltre… potrei anche ritornare nell'universo di “SAL Sisters” in futuro. E non dimentichiamoci i racconti per le antologie firmate Dark Zone. ;)

    • Tre persone da ringraziare

    Senza alcun dubbio la prima è la mia migliore amica (e omonima), Giusy, perché è stata la prima a credere in me e nei miei personaggi. Poi, Martina e le sue lunghe telefonate per commentare l’ultimo capitolo che aveva letto. Ritengo molto importante il dialogo con i lettori e ricevere opinioni positive dà sempre nuova energia alla mia autostima. Poi, è divertente sapere quali ragionamenti seguono per risolvere i misteri che hai cosparso lungo tutto il libro. Infine, tutti gli autori che ho conosciuto tramite il web. Confrontarmi con qualcuno con cui condivido gli stessi sogni e passioni mi trasmette grande grinta. ;)
  10. .

    I Figli di Danu


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    Melissa Pratelli



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    Sinossi

    Penelope Lee Johnson è una ragazza di 16 anni che, a causa di una situazione familiare difficile e del suo desiderio di entrare ad Oxford, decide di trasferirsi in un piccolo paesino scozzese dove si trova una delle scuole più prestigiose del Regno Unito. Lì la ragazza farà la conoscenza di tre ragazzi, i Macintyre, che appartengono ad una ricchissima e misteriosa famiglia di Edimburgo. Lee instaurerà un legame molto forte con i tre ragazzi, un legame che sembra avere del sovrannaturale e che la spinge ad indagare, al fine di scoprire qualcosa in più su quella famiglia piena di riserbo. La ragazza si ritroverà poi a dover affrontare una scioccante verità che riguarda i suoi amici, il cui segreto affonda le proprie radici in un lontano passato e del quale la stessa Lee sembra fare parte, mentre una minaccia ancora ignota incombe su di lei.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all'Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Non è affatto facile rispondere a questa domanda! Parto dal presupposto che ogni lettore ha gusti e aspettative diverse quando si tratta di libri, ciò che per me può essere bellissimo ad altri può sembrare noioso e viceversa.
    La mia è una saga fantasy romantica che quindi abbina un percorso emotivo dei personaggi ad un contesto di cui fanno parte elementi soprannaturali e magici. Penso che gli amanti di questo particolare genere di lettura possano trovarlo piacevole, coinvolgente, divertente anche, perché il mio stile non è troppo serioso.
    Insomma, se amate la magia, la mitologia celtica, le creature sovrannaturali ma anche una buona dose di emotività, e una protagonista un po’ imbranata, questo è il libro per voi!

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    La continuità con il genere è determinata dalla presenza degli elementi sovrannaturali, la magia in primis ma non dirò altro perché non voglio fare spoiler. Il tipo di magia che tratto è una magia del tutto naturale, niente formule, bacchette, pozioni o quant’altro. È una magia naturale, legata al creato e alla capacità della protagonista di entrare in contatto con queste forze già esistenti e di dominarle con il controllo delle proprie emozioni. Forse è proprio questo l’aspetto che differenzia in qualche modo il romanzo. Ci sono anche altre caratteristiche che lo contraddistinguono ovviamente, una delle cose che amo di più della storia è il fatto che sia una sorta di scoperta di sé da parte della protagonista, un percorso di crescita e accettazione della propria identità. Non dico altro, altrimenti rischio di snocciolare l’intera trama!

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    La necessità di evadere. Ad un certo punto non mi bastava più immergermi nelle pagine di un libro; avevo bisogno di creare qualcosa, di essere dentro la storia per poterne determinare gli eventi. Ho cominciato a scrivere in un momento della mia vita in cui avevo delle mancanze a livello emotivo e in cui non ero soddisfatta di me e di ciò che facevo, non capivo chi fossi e quale fosse la mia strada e così ho cominciato a scrivere, come fosse una sorta di terapia. Così è nato il primo romanzo, che, a dirla tutta, non pensavo nemmeno di pubblicare, era destinato a rimanere qualcosa di personale, una sorta di diario segreto. È stata mia sorella a spronarmi, dopo averlo letto. Ha detto: “provaci”, e io ci ho provato.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Dal mio assoluto e imperituro amore per il fantasy, per lo più urban.
    La Scozia è un paese che mi affascina tantissimo e che mi trasmette l’idea di un luogo ricco di magia e tradizione, perciò la scelta dell’ambientazione è stata automatica. In quel periodo stavo leggendo alcune saghe urban, in particolare quelle di Lisa Jane Smith quindi sicuramente anche quelle mi hanno in qualche modo ispirato. La base di tutta la storia peròè la mitologia celtica, in particolare la storia di una popolazione leggendaria, i Túatha Dé Danann o Figli di Danu, una stirpe di potenti dei-maghi che fa parte della tradizione pseudostorica Irlandese.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Devo dire la verità, scrivo quando sono ispirata e questo non capita ogni giorno e per il medesimo lasso di tempo. Posso scrivere per ore per tre giorni di fila e poi non toccare la tastiera per giorni. Diciamo che sto cercando di trovare un equilibrio tra i due estremi.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Ci sto ancora lavorando, è soprattutto grazie alla Dark Zone e alle sua iniziative (e a Francesca) se pian piano comincio ad entrare nel meccanismo e a farmi conoscere. Sono piccoli passi, si va avanti pian piano, ma, alla fine, l’importante è che si vada avanti! Per ora Faccio spam nei gruppi e ho da pochissimo iniziato l’esperienza delle fiere. Vedremo cos’altro ha in serbo mamma dark per me!

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Ho avuto una pessima esperienza con una casa editrice che mi ha portato ad abbandonare la scrittura per circa due anni. Pubblicai per la prima volta Il Richiamo nel 2011 e andò male, mi ero, ingenuamente, affidata a loro perché non avevo nessun tipo di conoscenza di questo settore, purtroppo non mi fu dato nessun sostegno o direttiva, non mi fecero nessun tipo di pubblicità, il nulla assoluto. Alla scadenza del contratto ero demoralizzata e amareggiata e decisi di lasciar perdere. Qualche anno dopo, grazie ad una mia amica, ho scoperto il self-publishing e ho deciso di riprovare!

    ▪ Progetti per il futuro?

    Per il futuro intendo terminare la saga dei Figli di Danu (di quattro libri); ho un altro romanzo in uscita a breve di genere romantico e una nuova saga fantasy in programma (di cui ho già cominciato a scrivere il primo volume).

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Solo tre? Mia sorella per averci creduto da subito; mio marito perché mi sostiene e mi fa da lettore in anteprima e poi La Dark Zone per tutto quello che sta facendo per me. Ringrazio Valerio La Martire per avermi invitato nel gruppo e Francesca Pace per tutto il resto!
  11. .

    Segreti Oltre lo Specchio



    Possono due autori molto diversi tra loro scoprirsi all'improvviso simili a tal punto da decidere di raccontare il proprio mondo, sussurrando pensieri come guardandosi allo specchio?
    È esattamente quello che accade in questa breve antologia di poesie, dove in una sorta di ping pong immaginario, si assiste ad un piccolo miracolo. Dare vita ad un sogno in versi altrimenti destinato a rimanere tale, chiuso in un cassetto nascosto della propria mente.
    Un botta e risposta lieve, segreto come uno sguardo furtivo da uno specchio.

    Segreti Oltre lo Specchio! Disponibile a E 0,99

    http://www.amazon.it/Segreti-oltre-specchi...tre+lo+specchio

  12. .

    Segreti Oltre lo Specchio



    Daniel Di Benedetto
    Eleonora Monti



    Perché di fronte ad uno specchio è un po' come parlare al proprio "io", nel profondo.

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    Bellissima collaborazione, vincente!

    Daniel Di Benedetto : https://www.facebook.com/Per-non-perderti-...849/?fref=photo

    Cover by: Gianduz Art
    www.gianduz.com
  13. .

    HoneyVenom



    Spectrum



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    Sinossi

    HoneyVenom è un fumetto dell'orrore e d'avventura condito da un po' di humour e di erotismo. Honey è una strega nata sotto la benedizione di Satana in persona. Assieme alla sua compagna/amante/amica Elysabeth, Honey combatte contro le "forze del bene" in un mondo gotico, cupo, claustrofobico e maschilista, nel quale deve vedersela con santi, cavalieri, paladini, zeloti e tutti gli altri appartenenti alla schiera dei “buoni”, fermamente determinati a metterla al rogo.
    A volte, però, Honey diventa un pericolo anche per gli altri adoratori del demonio. La strega ha in-fatti un suo codice morale e se ritiene che qualcosa sia ingiusto farà tutto quello che è in suo potere per cercare di porvi rimedio. A modo suo. E quindi, di solito, a colpi di machete. Lascio che siano i lettori a scoprire se Honey faccia tutto questo per convinzione o per capriccio.
    Il primo volume delle sue avventure, “La cosa che striscia dall'inferno” è ambientato nella lugubre Casa della Sventura, un vecchio maniero che fu teatro di un massacro. La figlia delle tenebre dovrà portare a termine una sanguinosa vendetta come rappresaglia per un crimine efferato e orribile avvenuto tempo prima.

    Dark Intervista



    Lasciamo la parola a Spectrum, l'Autore di HoneyVenom:

    ▪ Perché un lettore dovrebbe leggere HoneyVenom?

    Per divertirsi.
    Sul serio, non credo ci sia altro. Quando disegno i miei fumetti lo faccio per intrattenere me stesso e coloro che li leggeranno. Io mi diverto nel realizzarli, e nel farlo spero che questo divertimento possa essere trasferito sulle persone che lo leggeranno. Con “divertimento” intendo comprendere tutte le sfumature del termine, non mi limito certo alla risata. Ne “La cosa che striscia dall’inferno” c’è azione, orrore, erotismo, tematiche lgbt, violenza, umorismo (a volte nero, a volte no) e molto altro ancora. Cari lettori, se vi divertite a leggere questo tipo di storie, allora HoneyVenom è la strega che fa per voi.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    HoneyVenomdiscende dai fumetti horror-erotici italiani che hanno riempito le edicole fra gli anni ’60 e gli ’80. Come elemento di continuità c’è la protagonista femminile di natura diabolica, la forte connotazione erotica e la violenza esasperata e rappresentata senza mezze misure. Credo che l’innovazione sia soprattutto nel fatto che io, come tutti, sono un figlio del mio tempo.Di conseguenza, il mio modo di rappresentare queste tematiche è diverso da quello degli autori del passato. Nei miei fumetti il taglio della pagina è fortemente ispirato ai manga classici, in particolare a quelli di Go Nagai, dove la tavola è simile a uno specchio infranto e le vignette non hanno una forma regolare. Inoltre i suoni onomatopeici assumono un ruolo protagonista, e ciò deriva certamente dalle mie fameliche letture dei vecchi fumetti americani di mio padre, soprattutto “Creepy”, nei quali le urla disperate dei protagonisti o le risate diaboliche dei mostri riempivano la pagina. Inoltre, essendo sensibile al tema dei diritti umani e civili, le mie storie hanno spesso degli elementi relativi a questo tema.

    ▪ Che cosa ti ha spinto a fare fumetti?

    Ho sempre amato raccontare storie dell’orrore e disegnare. Fare fumetti è stato un passaggio naturale e infatti è qualcosa che faccio sin da quando ero bambino. All’inizio erano storie disegnate su dei quaderni e li leggevano solo gli amici. Solo in anni recenti, con internet, ho iniziato a condividere i miei fumetti in forma di web comics.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    La storia de “La cosa che striscia dall’inferno” si concentra su uno dei temi più vecchi del mondo: la vendetta. Volevo una storia che mi permettesse di introdurre la protagonista in modo dinamico. E quindi ho deciso di raccontare HoneyVenom attraverso una delle sue avventure. Credo che leggendo questo fumetto i lettori possano farsi un’idea di chi sia Honey, di quale sia il suo carattere, le sue passioni, le sue debolezze ecc.

    ▪ Quando scrivi e disegni i tuoi fumetti? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Io vivo nei miei fumetti tutti i giorni, più o meno tutto il giorno. Non c’è giornata in cui non mi vengano in mente delle scene o dei dialoghi. In genere, le storie e i dialoghi vengono scritti di notte, mentre i disegni vengono realizzati di giorno o nel pomeriggio. Vado avanti anche dopo il tramonto, ma non disegno quasi mai dopo cena.
    Disegno in modo abbastanza continuo, non mi prendo pause a meno che non sia forzato da altri impegni. Io sono sempre in fase creativa, quindi non direi che scrivo e disegno in modo improvviso. Penso costantemente a nuove storie e situazioni. Le scrivo, realizzando dei canovacci dai quali poi trarrò i dialoghi.
    Non uso delle vere e proprie sceneggiature, perché ho bisogno di libertà nel momento in cui mi metto a disegnare. Devo potermi esprimere anche in base al mio umore e alle circostanze, quindi non potrei disegnare basandomi su una ferrea sceneggiatura che mi dice esattamente cosa devo disegnare e in che modo.
    I miei testi hanno in genere tutti i dialoghi e delle brevi note su cosa potrebbe esserci nella vignetta. Il modo in cui la tavola deve essere impostata, il numero delle vignette, le cose da aggiungere, le visuali, le prospettive, ecc. tutto viene deciso in modo spontaneo quando mi trovo davanti al foglio bianco.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere HoneyVenom e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Pochissime strategie, perché sono un pessimo stratega e non sono in grado di promuovere me stesso o i miei lavori. Io ho semplicemente usato un blog e una pagina Facebook. Nient’altro. I lettori di Honey seguono in genere la pagina Facebook, dove è Honey stessa a postare e intervenire, mettendo in rete anteprime, foto dei work in progress ecc.
    Di recente ho avuto il piacere di lavorare assieme a Francesca Pace, che mi ha fatto da social-agent, aiutandomi a promuovere i fumetti di Honey soprattutto ora che sono uscito dal mondo dell’autoproduzione e che mi sono affacciato al mondo dell’editoria.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Terminareil secondo volume delle avventure di Honey. Devo ancora inchiostrare un bel po’ di tavole. Nel frattempo, partecipo a diverse fiere del fumetto per presentare i miei lavori al pubblico. Questo tipo di incontri vale molto di più di centinaia di post su una pagina Facebook. E dopo…be’ dopo bisognerà pur cominciare a lavorare al terzo volume.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Mia madre, che ormai non c’è più, e che mi ha sempre incoraggiato e spronato, dicendo che avrei dovuto far leggere i miei fumetti a più persone di quanto non facessi. Il mio amico Valerio, probabilmente il mio fan più sfegatato, senza il cui incoraggiamento (a dire il vero mi ha quasi minacciato!) non sarei mai uscito dal mio guscio, non mi sarei autoprodotto e non sarei andato per fiere. Ultimo, ma non meno importante, il mio vecchio amico Francesco. Senza quei lunghi pomeriggi passati a parlare dei nostri fumetti quando eravamo ragazzi forse non avrei continuato a disegnare con tanta passione.

    Edited by .Eleonora. - 11/2/2016, 11:23
  14. .

    Il Demone dello Specchio



    Diana Mistera



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    Sinossi

    I poteri sensitivi di Geena stanno aumentando portandola a scoprire degli Universi e delle forze a lei sconosciute prima.
    È estate. Il viaggio in Romania tanto atteso si avvicina. La tesi di laurea in antropologia di Geena necessita, per la sua conclusione, una indagine su campo che include un intervista all'ultimo discendente di Vlad Tsepech.
    Orpheus ha proprio due settimane libere dalla tournée e decide di accompagnarla. Ma la visita al castello di Bran, riserva delle sorprese.
    Samyaza, l'esperto che Geena deve intervistare è anche lo zio di Stephan, conosciuto da Geena qualche mese prima a Londra, che fra la sorpresa della donna ed il disappunto causato dalla gelosia del rocker, diventa un elemento chiave di tutta l'intervista e non solo.
    Stephan, come Orpheus celano un segreto in comune. Entrambi hanno giurato fedeltà a Nemoch, il demone senza volto, rinchiuso in un antico specchio di cui Samyaza ne è il guardiano e che desidera tornare ed esige quello che gli spetta.
    L'oscuro passato del rocker, del quale Geena non è ancora a conoscenza, inizia a pesare su Orpheus immediatamente dopo l'incontro con il misterioso Samyaza. Rovinando quelle che avrebbero dovuto essere le loro due settimane insieme prima dell'ennesima lunga separazione.
    Chi è Samyaza? È forse lo stesso Samyaza presente nei racconti di Enoch? Quale è il profondo legame che lega Geena al tanto misterioso quanto affascinante Samyaza?
    Superata la paura, Orpheus finalmente confesserà il suo passato da Massone a Geena, che accoglierà questa nuova conoscenza come un elemento importante che approfondirà ulteriormente la loro storia di amore.
    Con la passione però vengono i dubbi, la gelosia e lo stress causati dalla lontananza.
    Orpheus dopo la breve vacanza in Romania con Geena deve tornare alla estenuante tourné in USA e la distanza inizia a pesare su entrambi. Una profonda crisi incombe sulla testa dei due giovani come la spada di Damocle. Riusciranno i due innamorati a superare tutte le difficoltà che si presenteranno loro? A quale prezzo lo faranno?
    Seguiteli in questa loro nuova avventura, appassionatevi con loro.
    IL DEMONE DELLO SPECCHIO è il secondo capitolo della saga Orpheus, in cui il mondo gotico e fantasy, la mitologia ed il mistero si uniscono in un connubio che trasporterà l'anima ed il cuore del lettore in luoghi lontani ed oscuri. La storia si svolge a cavallo fra Italia Finlandia e Romania.


    Dark Intervista



    Lasciamo la parola all’Autrice:

    ▪ Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

    Dovrebbe leggere il libro se ha voglia di emozionarsi, sognare e vivere all'interno di una storia che chiunque vorrebbe vivere. Certo, prima de IL DEMONE DELLO SPECCHIO, sarebbe meglio leggere il primo capitolo della saga Orpheus dal titolo omonimo, altrimenti non si capisce molto come i protagonisti sono arrivati a quel punto li.

    ▪ Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

    Di innovativo c'é che ho reinventato la figura del vampiro e ho inserito nella storia diversi fattori che sono facilmente riscontrabili nella realtá. Ho fatto degli studi approfonditi sia sugli angeli caduti, in particolare dei Grigorie in particolare su Samyaza. Sia sulle iniziazioni che avvengono nelle sette massoniche e sataniche, per rendere appunto la storia più vera. Quindi é si un Urban Paranormal Fantasy, ma gli avvenimenti narrati potrebbero accadere davvero...o magari sono accaduti... vi lascio con l'ombra del dubbio.

    ▪ Che cosa ti ha spinta a scrivere?

    Se parliamo dello scrivere in generale, è stata una necessità che è scattata dopo il mio trasferimento in Finlandia, 12 anni fa. Anche se scrivo da sempre. Ma mi ero fino a quel momento limitata ai miei diari dai quali spesso traggo ispirazione.
    Per la testa mi girano in continuazione tre lingue e se non le tengo tutte e tre in esercizio, le perdo e non voglio perdere la mia lingua italiana che è quella che purtroppo uso meno.
    Nasco come poeta ed inizialmente scrivevo solo poesie in inglese. Poi un giorno stavo scrivendo, non mi ricordo se era una poesia o un racconto breve, in italiano, e non mi venivano più le parole. Non me le ricordavo più. Corsi subito ai ripari ed iniziai a leggere, letteralmente con il panico che faceva le corse sul mio cuore, tutti i libri in italiano che trovavo. Dovevo ricordarmi quella parola che non mi veniva ne in italiano ne in inglese ne tanto meno in finlandese e da quel giorno non mi sono fermata più.

    ▪ Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

    Per quanto riguarda la saga di ORPHEUS, è stato un impeto improvviso. Era dai tempi del liceo che mi girava per la testa l'idea di riscrivere un qualcosa ispirato alla storia di Orfeo ed Euridice che , fra l'altro amo in modo particolare. La voglia di metterla in chiave moderna mi ha ossessionata per anni, poi, un incontro speciale con colui che ha ispirato Orpheus, una bella e lunga chiacchierata accompagnati da del buon vino rosso e zac...tornai a casa e buttai giù tutto il plot della trilogia.
    Le fonti di ispirazione sono ovviamente la letteratura classica, poi Ville Valo e la sua musica.

    ▪ Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

    Scrivo quando ho tempo. Lavoro in un hotel e sono addetta alle colazioni, quindi la mia sveglia suona alle 4 del mattino e al ritorno a casa sono spesso davvero stanca. Ma cerco di scrivere ogni giorno. A volte scrivo 10 righe altre 2 capitoli, dipende appunto dall'ispirazione e dal tasso di stanhezza. Amo scrivere nel silenzio se sto affrontando un capitolo arduo, oppure con la mia musica preferita in cuffia quando butto giú idee. Scrivo dove capita.

    ▪ Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

    Ho usato molto i social media. Ho contattato blog e siti proponendo presentazioni e chiedendo recensioni. Ho aperto un gruppo dedicato alla trilogia su facebook mi sono io stessa iscritta su gruppi in cui è possibile promuoversi e farsi conoscere e conoscere sia lettori che scrittori.

    ▪ (perché la scelta del self publishing?) se lo sei

    Per necessità, anche questa cosa qui. Vivo in Finlandia ma scrivo in italiano. Ho dovuto per forza usare il self publishing perché sono impossibilitata a partecipare a fiere del libro e fare fisicamente promozione. Poi amo avere il controllo completo sulle mie creature.

    ▪ Progetti per il futuro?

    Si. Intanto ho già iniziato a sistemare le idee per il terzo ed ultimo capitolo della saga Orpheus. Poi ho in mente di fare forse due spin off su due caratteri della saga che incuriosiscono molto i miei fans e che mi hanno richiesto. Poi continuo comunque a scrivere poesie e continuo a fare readings in giro per la Finlandia insieme ai due progetti di cui sono parte, e non escludo l'uscita di una mia nuova silloge poetica in lingua inglese che potrebbe anche non essere un self publishing.

    ▪ Tre persone da ringraziare

    Solo tre? Fammene ringraziare cinque: Ville Valo, Samyaza, Francesca Pace. Senza di lei e la Darkzone molte cose non sarebbero state possibili. I miei fans e la mia dolce metà.
  15. .

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